Era dal 1999 che la Sampdoria non batteva l’Inter, nella semifinale di andata della Coppa Italia i blucerchiati si sono rifatti di dieci anni di astinenza con gli interessi, ipotecando la qualificazione alla finale del 13 maggio a Roma. Il 3-0 conclusivo non lascia infatti spazio a ipotesi empiriche di rimonta interista, soprattutto considerando la ferrea volontà dei doriani di guadagnarsi l’ultimo atto del torneo, apparentemente un peso sulle spalle nerazzurre. Grande prova della squadra di Mazzarri (in tribuna squalificato), soprattutto nel primo tempo, ancora una volta regalato dall’Inter all’avversario, in rispetto di un trend a dir poco preoccupante. Non è un caso se il punteggio finale sia maturato proprio durante i primi 45’. Urge un serio lavoro psicologico nella testa dei giocatori, Genoa e Manchester United non sono squadre che perdonano le amnesie.
Al di là delle pesanti assenze in funzione del turn over, Mourinho non lesina sorprese di formazione anche in questa occasione: l’Inter gioca con un inedito 3-4-3, con Cordoba, Materazzi e Rivas in difesa e tridente offensivo composto da Adriano, Balotelli e il redivivo Mancini. Nessuna novità per Mazzarri, che dimostra di tenere alla Coppa Italia presentando il miglior undici possibile, con Cassano e Pazzini. L’esperimento della difesa a tre fallisce subito, non nella strategia ma nella scelta degli uomini: Rivas infatti si fa rubare palla in modo ingenuo da Cassano e manda il barese in gol con un tocco dolce sull’uscita di Toldo. Siamo solo al 10’ e la Samp è in vantaggio, per il tripudio di un Marassi elettrico. In campo si avverte un clima di tensione, non mancano i contrasti al limite del lecito e lo svantaggio, soprattutto per il modo in cui è avvenuto, innervosisce gli ospiti (acceso il duello Materazzi-Pazzini). L’Inter fatica a far girare la palla, soffre il pressing blucerchiato e commette parecchi errori di misura. Il tempo trascorre e di occasioni i nerazzurri ne creano poche. La Sampdoria traduce invece in oro ogni palla che transita dalle parti di Toldo, che deve inchinarsi per la seconda volta al 29’ su azione d’angolo: tiro sporco in piena area di Raggi e deviazione di testa di Pazzini a due passi dalla linea di porta. L’ennesimo errore di posizionamento di una retroguardia a dir poco impacciata. Lo sfacelo del primo tempo però non è ancora terminato: al 41’ Cassano taglia bene per Padalino, Maxwell si fa sorprendere e l’esterno conclude a botta sicura. Toldo riesce a salvare ma Cordoba, tutto solo, serve in pratica Pazzini e gli consente di firmare la doppietta. Così come a Bergamo, l’Inter si trova sotto di tre gol e non dà l’impressione di potersela giocare in alcun modo. Se Toldo non salvasse in uscita ancora su Pazzini il bilancio dei primi 45’ sarebbe ancora più disastroso. Il duplice fischio di Saccani sembra quasi un sollievo.
Nella ripresa non c’è più Rivas, che con il primo tempo di Genova ha peggiorato la sua posizione agli occhi di Mourinho (già insoddisfatto dopo la Champions League). Al suo posto Maicon per uno schieramento 4-3-3 più ordinato. Su Genova piove a dirotto, ideale cornice per un’Inter inguardabile, che neanche nella ripresa riesce a rendersi pericolosa si fa notare solo per eccessi di nervosismo. Adriano ci prova dalla distanza al 55’, la palla è alta ma il brasiliano dimostra di essere il “meno peggio” tra i suoi compagni. Al 59’ Gastaldello entra durissimo su Balotelli e si guadagna la seconda ammonizione, lasciando la Sampdoria in dieci uomini per la mezzora rimanente. La superiorità numerica induce Mourinho a inserire l’amuleto Crespo al posto di Maxwell, sbilanciando lo schieramento in modo palese. Attimi di paura pochi secondi dopo: Balotelli si accascia a terra da solo, qualche secondo dopo una botta violenta contro il palo della porta doriana dopo uno stacco a vuoto. Immediatamente soccorso e trasportato fuori in barella, SuperMario viene sostituito da Obinna in un clima di grande preoccupazione e tra i fischi inspiegabili del pubblico. Nel frattempo esce anche l’eroe della serata, Pazzini, sostituito da Stankevicius. Obinna trova il modo di mettersi in luce al 67’, con un sinistro che Castellazzi devia in angolo. Lo stesso portiere blucerchiato si ritrova tra le mani una deviazione sotto porta di Crespo, troppo debole. Favoloso il numero uno sampdoriano pochi minuti dopo, quando Crespo stavolta indirizza bene di testa costringendolo al balzo felino. Che non sia serata si evince anche al 78’, quando super Castellazzi dice no prima ad Adriano, poi sul tentativo di tap in di Crespo, prima che la difesa riesca a liberare la minaccia. Ci prova anche Muntari da fuori area, ma il portiere della Samp si salva in due tempi. L’attacco nerazzurro assume le sembianze di un assedio, però sterile fino alla fine. Dopo 5 minuti di recupero Saccani fischia la fine di un match da dimenticare al più presto. Difficile spiegarsi una prestazione del genere da parte dei nerazzurri. L’unica giustificazione potrebbe essere il fatto di avere già la testa all’Old Trafford. Ma l’augurio è che non sia davvero così, perché prima di Manchester c’è un’altra trasferta, assai più insidiosa: quella contro il Genoa di Milito. Guai a giocare con lo stesso atteggiamento.
SAMPDORIA-INTER 3-0
(Primo tempo 3-0)
MARCATORI: Cassano (S) al 9’, Pazzini (S) al 30’ e 42’ p.t.
SAMPDORIA (3-5-2): Castellazzi; Campagnaro (dal 30 s.t. Da Costa), Gastaldello, Raggi; Padalino, Sammarco, Palombo, Franceschini, Pieri; Pazzini (dal 21’ s.t. Stankevicius), Cassano (dal 40’ s.t. Bellucci) (Fiorillo, Ziegler, Ferri, Dessena). All: Mazzarri (squalificato, in panchina Russo)
INTER (3-4-3): Toldo; Rivas (dal 1’ s.t. Maicon), Materazzi, Cordoba; Zanetti, Vieira, Muntari, Maxwell (dal 15’ s.t. Crespo); Mancini, Adriano, Balotelli (dal 20’ s.t. Obinna) (Orlandoni, Stankovic, Jimenez, Cambiasso). All: Mourinho
ARBITRO: Saccani di Mantova
NOTE - Spettatori paganti 14.185 per un incasso di euro 151.265,25. Ammoniti Cordoba per c.n.r., Balotelli e Zanetti per gioco scorretto, Materazzi per proteste. Al 14' s.t. espulso Gastaldello per doppia ammonizione (gioco scorretto). Angoli 2-5. Recuperi 1’ p.t. e 5’ s.t.
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