È Pierluigi Casiraghi, uno dei più stimati osservatori dell’Inter (premiato anche come il migliore in Italia nella categoria), il protagonista dell’ultima puntata di ‘Inter Boy’ su Inter Channel. Numerosi i giocatori da lui osservati e valutati per poi suggerirli agli uomini di mercato nerazzurri. Direttamente dalle sue parole, dunque, ecco aneddoti, punti di vista e curiosità su alcuni dei giovani gravitati in orbita nerazzurra. “Ricordo che tempo fa prendemmo un giocatore nel campionato d’eccellenza, Meggiorini, abbiamo avuto il coraggio di lanciarlo quando si era quasi perso. Pandev? Era nella nazionale macedone con Stojkov, il secondo poi era stata la prima scelta interista anche se il percorso di entrambi ha dimostrato il contrario. Pandev, al suo arrivo all’Inter, non veniva neanche considerato…

Una battuta sulla sua professione nell'epoca moderna: "Oggi tutti dicono di monitorare tutte le partite del mondo, sanno tutto di tutti. Ora gli scout sono ovunque, prima c’eravamo noi dell’Inter, l’Empoli e l’Udinese. Ora le altre squadre hanno creato questi sistemi di database con i nomi dei giocatori e più che osservatori i miei colleghi sono diventati segnalatori di informazioni. Le mandano alle sedi e poi le società si muovono di conseguenza. Manca però in loro l’autorità decisionale. Io invece segnalo un giocatore ad Ausilio e prendiamo decisioni completando tutto nel giro di poco tempo".

Come la professione, anche la 'ricerca' è cambiata negli anni: "L’età dei giocatori osservati si è abbassata, si vanno a vedere i 15/16enni. Spesso ti innamori di uno di loro, ma a 18 anni le aspettative non vengono mantenute. Talvolta accade il contrario. Un esempio è Castaignos. L’avevo visto a 16 anni, non mi aveva convinto. A 19 anni però ha messo su gamba e carattere ed è diventato un giocatore da prendere. Un under 20 su cui scommetterei? Non scommetto più, alla lunga vieni smentito sempre. Il nostro compito è difficile perché quando valutiamo i ragazzi loro giocano con i pari età, è lì che si vede il più bravo. Però dopo, all’età in cui si frequenta la prima squadra, si perdono anche caratterialmente. Noi dobbiamo basarci sulle sensazioni, scegliendo chi ha doti su cui lavorare. Poi subentrano altri dettagli".

Uno sguardo poi al settore giovanile dell'Inter: "Nella nostra Primavera ci sono giovani di prospettiva. Kysela e Vojtus, per esempio, li abbiamo presi a parametro, Bessa gratis. All’Inter la prospettiva di giocare in prima squadra è difficile, meglio andare fuori dove i ragazzi possono maturare anche mentalmente. Il nostro ambiente giovanile è agevole, è il primo anno fuori casa che nascono le difficoltà. Ad ogni modo se è vero che alcuni ragazzi stanno facendo bene in altre realtà significa che anche noi abbiamo fatto un buon lavoro”.

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 18 novembre 2011 alle 10:40 / Fonte: Inter Channel
Autore: Redazione FcInterNews
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