Non si può certo sostenere che Ranieri non abbia sorpreso qualcuno con il modulo proposto a Bologna. Certo, l’assenza last minute di Sneijder lo ha costretto a variare a poche ora dall’inizio del match contro i felsinei, ma la reattività del mister di Testaccio è stata encomiabile. Fuori l’olandese, ha infatti puntato su un 4-3-1-2 ‘mascherato’, che ha visto Philippe Coutinho protagonista ‘tattico’ a sorpresa (le premesse volevano Muntari subito in campo). Il giovane brasiliano, infatti, ha sì agito spesso e volentieri dietro le punte come sua attitudine, ma in fase difensiva è tornato diligentemente sulla fascia destra, formando così un 4-4-2 classico. Cou è stato il jolly di Ranieri per sorprendere la fase difensiva orchestrata da Bisoli e, per una buona fase del primo tempo, la mossa ha funzionato perché il centrocampo felsineo non riusciva a seguirlo in tutti i suoi improvvisi cambi di direzione. Destra e centro, Coutinho è stato la mina vagante dell’attacco nerazzurro anche se in difesa non è stato brillante. Non a caso, si è meritato un’ammonizione per un intervento fuori tempo all’altezza della linea di fondo su Konè, non certo un fulmine di guerra. Ostacoli inevitabili per un ragazzo che della difesa non ha mai fatto il suo punto di forza. Nella ripresa, consapevole della spinta di Morleo a sinistra, Ranieri ha deciso di richiamarlo in panchina puntando su un giocatore di ruolo come Jonathan e proponendo così un 4-4-2 più classico. Nel complesso, comunque, al di là della timidezza palesata sul rettangolo di gioco, Coutinho ha dimostrato di poter essere utile all’Inter e di aver trovato in Ranieri un allenatore che gli può dare la tanto attesa fiducia.

I movimenti tattici di Coutinho vanno a intersecarsi inevitabilmente con quelli di Forlan. L’uruguagio, schierato da seconda punta, non si è limitato ad assistere Pazzini, anzi. Ranieri gli ha chiesto un lavoro assai più complesso e impegnativo, quello di raccordo tra centrocampo e attacco. Non a caso, sono stati frequenti gli arretramenti dell’ex Atletico Madrid, bravo a infilarsi negli spazi lasciati sulla trequarti dal Bologna, troppo arretrato per coprire tutta la zona della propria metà campo. Con Forlan che indietreggiava, ecco Cou che ne prendeva il posto da seconda punta, per non lasciare mai Pazzini solo a battagliare contro Antonsson e Portanova. Forlan non ha iniziato benissimo, molti errori di misura e qualche passaggio anche semplice sbagliato. Poi, quel destro che si stampa sull’incrocio dei pali e dà il via alla sua partita, più concreta che appariscente. Ma il suo lavoro tattico è stato egregio, perché ha permesso anche a Cambiasso di inserirsi in zona offensiva e l’azione del gol di Pazzini ne è un chiaro esempio. Ranieri ha avuto il merito di dargli maggiore libertà, senza costringerlo a mantenere una posizione fissa, confermando così di conoscerlo bene. Il tecnico, poi, ha capito il momento giusto per sostituirlo (era stremato) inserendo Milito al suo posto: scelta risultata vincente nel finale.

Pertanto, chi sostiene che Ranieri abbia lavorato poco dal punto di vista tattico, vada a rivedere i movimenti di Coutinho e Forlan soprattutto nel primo tempo e si renderà conto di quanto questa Inter, non solo difensivamente, è cambiata nel giro di pochi giorni. E' in questo modo che il mister ha ovviato all'assenza di Sneijder, giocatore insostituibile.

 

- La riproduzione anche parziale dell'articolo è consentita solo previa citazione della fonte FcInterNews.it. I trasgressori saranno segnalati a norma di legge.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 25 settembre 2011 alle 12:23
Autore: Fabio Costantino
vedi letture
Print