Un film già visto: a Barcellona torna di moda l’Inter old style, la versione inquietante di una squadra che in Italia domina e oltre i confini nazionali si muove senza un documento d’identità chiaro. Nella partita che poteva segnare svolta e qualificazione, i nerazzurri si arrendono 2-0 e senza colpo ferire ai catalani, ‘regalandosi’ un mercoledì di passione all’ultimo turno del girone F in casa contro il Rubin Kazan. Sarà il più classico degli spareggi (anche se potrebbe bastare lo 0-0), ma quel che conta sarà vedere un’altra squadra in campo rispetto a quella pallida e inconcludente del Camp Nou. Gode dunque il Barcellona, che si prende il lusso di lasciare a riposo Messi e Ibra, ottenendo comunque 3 comodi punti.
A circa un’ora dall’inizio del match i due tecnici prendono le decisioni finali: escono di scena dal match Sneijder e Ibrahimovic, dati per disponibili, mentre Messi parte assieme allo svedese dalla panchina. Ancora più inaspettato l’inserimento sulla sinistra di Abidal, dato nei giorni scorsi per infortunato e colto da febbre suina. Miracoli della medicina… I veri febbricitanti in campo sembrano però i nerazzurri, che dal fischio d’inizio di Busacca si liberano di energia e personalità e si concedono in toto all’avversario, neanche fossero sconfitti in partenza. Passano appena 10 minuti e Piqué, non certo un fenomeno, porta in vantaggio il Barcellona su azione d’angolo, dopo una sponda di Henry che spiazza tutta la retroguardia dell’Inter. Peggior avvio era difficile prevederlo, i fuochi e gli ardori della vigilia vengono spenti da un mestierante della difesa. Ma questo è solo un episodio (decisivo) all’interno di un contesto che ha un solo colore: blaugrana.
I catalani tengono incollato al piede il pallone, lo fanno girare benissimo e quasi irridono gli uomini di Mourinho, di corsa a destra e sinistra, per giunta vanamente, senza riuscire a recuperare il possesso. Non sorprende dunque che il Barça continui a sfiorare la segnatura con Xavi, che su punizione bacia l’esterno alto della rete di Julio Cesar. Il raddoppio però è nell’aria e arriva, inesorabile, al termine di un’azione studiata da un vero e proprio geometra (Guardiola?): Xavi apre a destra per Dani Alves, cross sul secondo palo e zampata di sinistro di Pedro che mortifica sia la difesa interista, sia il goffo tentativo di intervento di Julio Cesar. Siamo al 26’ e la vittoria degli spagnoli sembra già nel congelatore. La prima vera reazione d’orgoglio nerazzurra è di Milito, che mostra con veemenza il petto a Puyol in segno di protesta dopo un’entrataccia del capitano blaugrana. Il Principe è disarcionato, ma prova a mantenere la propria dignità. Simbolo di un primo tempo inquietante dell’Inter è Thiago Motta, cugino sfigato del gigante visto a Bologna (magari i ritmi, rispetto a sabato, sono leggermente superiori…). Non riesce mai a trovare una posizione, soffre il pressing avversario e non ne azzecca una.
La sorte sembra voler dare una mano ai dormienti ospiti quando Valdes si improvvisa pasticcione e serve inavvertitamente il pallone a Stankovic, il quale cerca subito la conclusione da distanza siderale ma manda alto. Quanto è lontana Genova… mentre il Barça continua a gestire il gioco e a impedire ogni tentativo di ipotetica costruzione da parte dell’avversario, i due portieri vengono ‘disturbati’ dai tentativi di Milito e Keita, che non cambiano però il punteggio finale del primo tempo: 2-0 e bentornata Inter in formato europeo. Una manna, questi primi 45’, per i 94 mila del Camp Nou, alla vigilia intimoriti dalle prestigiose assenze.
Anche un tipo orgoglioso come Mourinho capisce che così non si può andare avanti ma più che ribaltare, come suo solito, la squadra si limita a lasciare negli spogliatoi Cambiasso per inserire Muntari. La sostituzione porta anche a un cambio di modulo: per frenare la spinta laterale dei campioni d’Europa l’Inter passa al 4-4-2 classico, con Stankovic e Thiago Motta centrali. La musica però in campo non cambia e il Barcellona da sfoggio delle sue note qualità di palleggio, tenendo a bada i nerazzurri. Ciò che sorprende è la mancanza di mordente dei giocatori ospiti, quasi impietriti di fronte a una squadra palesemente superiore. Peccato per l’occasione mancata al 53’: Thiago Motta si inserisce centralmente ma invece di concludere cerca Eto’o, il quale soffre la spinta di Dani Alves e non riesce a stoccare verso la rete. Inutili le proteste del camerunense contro Busacca.
Un minuto dopo però è il Barça a imprecare: cross dell’inesauribile Alves da destra e colpo di testa di Xavi, che pur piazzando bene il pallone nell’angolo opposto trova il balzo spettacolare di Julio Cesar, che gli nega il gol. Il portiere è bravo anche al 67’, su una sventola di Dani Alves su calcio di punizione. La partita di Stankovic termina al 70’ a vantaggio di Balotelli, spedito sul rettangolo di gioco come se fosse l’uomo della provvidenza. Invece il canovaccio non cambia e il Barça si limita a controllare il gioco senza neanche insistere più di tanto, tenendo comunque a bada ogni possibile velleità interista. Che ormai il match abbia poco da offrire lo conferma anche l’ingresso di Quaresma al posto di Milito, quasi a voler concedere 10 minuti di prestigio al Trivela, purché siano lontani da San Siro.
La partita è bella che finita da un pezzo, le squadre attendono, con umori in antitesi, che arrivi il fischio finale. Peccato che prima di questo scattino un paio di cartellini gratuiti per Chivu (diffidato, salterà il Rubin) e Zanetti, anche questi episodi che chiariscono bene l’imbarazzo tecnico e tattico di un’Inter inspiegabilmente arrendevole e fuori fase. Ora non resta che tuffarsi nuovamente nel campionato, gli impegni contro Fiorentina e Juventus impongono una mentalità totalmente diversa, quella della squadra che scende in campo per vincere, piuttosto che limitare i danni. Meglio, dunque, archiviare immediatamente questa brutta serata ed etichettarla come un brutto sogno. La realtà, per fortuna, offre solitamente ben altra Inter.
IL TABELLINO
BARCELLONA-INTER 2-0
MARCATORI: Piqué al 10' pt, Pedro al 26' pt
BARCELLONA (4-3-3): Valdes; Dani Alves, Piqué, Puyol, Abidal (dal 44' st Maxwell); Xavi, Busquets, Keita; Iniesta (dal 49' st Dos Santos), Henry, Pedro (dal 40’ st. Bojan). (A disp.: Pinto, Marquez, Ibrahimovic, Messi). All.: Guardiola.
INTER (4-3-1-2): Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, Chivu; Zanetti, Cambiasso (dal 1'st Muntari), Thiago Motta; Stankovic (dal 26' st Balotelli); Eto'o, Milito (dal 36' st Quaresma). (A disp.: Toldo, Cordoba, Materazzi, Vieira). All. Mourinho.
ARBITRO: Busacca (Svi).
NOTE: ammoniti Motta (I), Puyol (B, Pedro (B), Chivu (I). Spettatori: 93mila circa. Angoli: 6-3. Recuperi: 1' pt, 5' st.
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