“Quando l’ho visto mi ha detto che aveva mal di testa, allora gli ho risposto: ‘vuol dire che hai la testa’”. Così Roberto Mancini, il giorno prima di Roma-Inter, con riferimento alla situazione fisica di Marcelo Brozovic, reduce da una seduta ridotta causa affaticamento. Ebbene, anche all’Olimpico questo ragazzo non ancora 24enne ha dimostrato di averla la testa, eccome. La stanchezza non gli ha impedito di scendere in campo e di farlo da protagonista nella partita più delicata di questo scorcio di campionato, contro la Roma a +5 nella corsa al terzo posto. Brozovic, proposto in una mediana a due assieme a Gary Medel come era già accaduto contro il Bologna nel turno precedente e recentemente contro la Juventus nello spettacolare tentativo di rimonta in Tim Cup, ha confermato di essere in crescita sotto tutti i punti di vista, compreso quello mentale.

REPERTORIO - Qualche imprecisione e sbavatura non gli hanno impedito di prendere in mano il centrocampo nerazzurro contro quello, decisamente superiore, della Roma. Grazie alla copertura e ai polmoni di Medel, il croato ha avuto la possibilità di dedicarsi soprattutto alla costruzione del gioco e, in collaborazione con Adem Ljajic che si abbassava per ricevere il pallone, ha alimentato la maggior parte delle iniziative offensive nerazzurre. Capitava così di vederlo rincorrere Nainggolan nella propria metà campo, oppure calciare (malamente) verso la porta di Szczesny poco dopo. Non è un caso se nel momento migliore dell’Inter, Brozo fosse al centro del gioco: dribbling, triangolazioni, cura della fase difensiva, il ragazzo di Zagabria ha mostrato tutto il proprio repertorio, compreso l’assist col contagiri che ha mandato in gol il connazionale Ivan Perisic, illudendo i tifosi interisti.

PIACE, ECCOME - Un centrocampista totale, insomma, con ampi margini di crescita come lo stesso Mancini ha sottolineato nel dopo gara. Oltre 6 km e mezzo percorsi sul manto erboso dell’Olimpico, più di ogni altro calciatore in campo, testimoniano anche la propensione alla fatica di Brozovic, che a una tecnica sopra la media abbina anche spirito di sacrificio, proprio quello a cui l’allenatore non rinuncerebbe mai e che rappresenta il must del centrocampista moderno. Dopo un avvio a singhiozzo, che lo ha visto spesso in panchina o protagonista a partita in corso, oggi l’ex Dinamo è un punto fermo dell’Inter di Mancini, anche se parlare di insostituibili riferendosi a questa squadra sembra una forzatura, alla luce dell’ampio turn over adoperato dall’allenatore. Non è un caso che grandi club internazionali, soprattutto in Premier League, abbiano scritto il suo nome sul proprio taccuino e la valutazione dagli 8 milioni investiti dall’Inter nel gennaio 2015, sia quasi triplicata. Intenzione del club è rinnovargli il contratto per certificare la propria soddisfazione per il suo rendimento, poi saranno eventuali offerte a definire il futuro di Brozovic. Che intanto, dopo aver confermato di avere la testa, sta studiando per diventare il cosiddetto centrocampista totale. Molto più che epic

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 21 marzo 2016 alle 22:13
Autore: Redazione FcInterNews.it
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