Chi ha assistito da casa da semplice appassionato di calcio di certo si sarà divertito. Non capita tutti i giorni di assistere a una partita come quella tra Torino e Inter. Match vibrante, sorpassi e controsorpassi, imprese sfiorate e tanto agonismo. Comincia con i fuochi d’artificio l’era Thohir, che forse avrà capito perché la chiamano pazza, la sua nuova squadra. Peccato però che agli annali il suo esordio da proprietario dell’Inter sarà registrato come un pareggio, anzi una mancata vittoria. Risultato giusto per quanto visto in campo, anche se la partenza ad handicap ha inficiato e non poco gli equilibri reali tra le contendenti.

BRISCOLA INOPPORTUNA - Nulla da eccepire sul rigore, ma l’espulsione di Handanovic è un regalo al Torino. Assurdo che ancora oggi si prendano certe decisioni, perché più del tiro dal dischetto a pesare è stata l’inferiorità numerica di 90 minuti sulla squadra di Mazzarri, che quasi in modo commovente ha fatto pesare il meno possibile l’uomo in meno dando qualcosa in più. Sfiorando addirittura una vittoria quasi epica, come un matador che compie la propria missione con un braccio legato. Viene da chiedersi come mai, dopo essersi perso il fallo (lo ha segnalato Bergonzi), Doveri abbia sentito il bisogno di recuperare gettando la briscola sul tavolo. Misteri arbitrali, sarà il benvenuto a Thohir?

CONTRO IL TORO SENZA IL TORO - Sarebbe stato un successo strepitoso contro un gran bel Toro. Ma è un altro Toro il vero problema dell’Inter. I 6 gol subiti nelle ultime due uscite hanno due nomi e cognome: Hugo Armando Campagnaro. Fuori lui per infortunio, la difesa sbanda e l’avvio sul centrodestra interista dei granata è emblematico. Rolando fa il suo, ma ha dei limiti che Campagnaro non denota. Inoltre, manca tremendamente la leadership dell’ex Napoli nel pacchetto arretrato. Contro il Verona, incrociamo le dita, il Toro di Moron tornerà al suo posto e forse la musica tornerà quella a cui il nostro orecchio si era piacevolmente abituato.

LA VENDETTA DEL SEDOTTO - Torino-Inter è stata una partita spettacolare, che ha messo in evidenza la differenza di fortuna dei due allenatori, alla voce intuizioni. Ventura è stato ripagato con due reti da Immobile e Bellomo, entrati nella ripresa. Mazzarri, a parte il rigore parato a Cerci, da Carrizo ha ricevuto l’errore nel finale (scelta comunque obbligata quella del portiere) che è costato 2 punti alla sua squadra. Ottima comunque l’idea di lanciare Belfodil, meno quella di dar fiducia a Wallace, il cui fallo inutile all’altezza della linea laterale ha messo sul piede di Bellomo il pallone del 3-3. A proposito dell’ex Bari: non si può dire che non si sia preso una piccola vendetta nei confronti del club che lo ha sedotto a lungo per poi abbandonarlo in serie B. Probabilmente, nell’ebrezza post-gol, un pensierino a questa delusione lo avrà fatto.

VENTO CHE CAMBIA - Nota curiosa: dopo la partita, per ovvie divergenze con l’arbitraggio, Walter Mazzarri non si è presentato davanti alle telecamere, demandando ad altri il compito di rispondere alle domande dei giornalisti. L’allenatore lo dice, dopo Juventus-Napoli 2012 a Pechino non ha più voluto parlare di arbitri, e non lo ha fatto, con furbizia, anche in questa occasione. Ne avrebbe avute tante da dire. Ecco dunque che a metterci la faccia è Marco Branca, proprio colui che in società si è esposto meno di tutti in questi mesi. Che sia un segno del vento che cambia, dopo le firme sui contratti?

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 21 ottobre 2013 alle 08:30
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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