In questi giorni Radiomercato accosta l’Inter al bomber cadetto del Grosseto, Mauricio Pinilla che, già nel 2003, era passato dalle parti di Appiano Gentile; solo di passaggio, però, per poi essere ceduto forse con troppa fretta. Il ragazzo ha poi girato tra Cile, Scozia, Brasile e Grecia, prima di esplodere definitivamente in serie B, a Grosseto. La storia di Pinilla dovrebbe indurre la società nerazzurra a ponderare meglio certe scelte ed evitare queste situazioni. Ci si è salvati in calcio d’angolo con Goran Pandev; cresciuto e divenuto un calciatore nelle giovanili nerazzurre, Goran, al pari con Balotelli e Santon, è uno dei prodotti migliori della cantera nerazzurra, e il suo ritorno a gennaio è stato un toccasana per il reparto offensivo nerazzurro, che ha guadagnato in classe e rapidità. La dirigenza nerazzurra, tenendo presente il caso Pandev, non vorrebbe ripetere l’errore e sta facendo una corte spietata a Leonardo Bonucci, di proprietà del Genoa, ceduto nell’ambito dell’operazione Milito-Motta. La sua crescita esponenziale a Bari ha convinto Branca ed Oriali ha puntare su di lui e si cerca di riportarlo all’ovile, alla casa base. D’altronde il ragazzo lo ha detto; non è in collera con l’Inter  ed un ritorno sarebbe davvero molto gradito, da ambo le parti.

Imparare quindi dal passato; è vero che nel mercato di oggi le super valutazioni dei calciatori facciano sì che i presidenti inseriscano nella trattative dei giovani perché non possono coprire l’intera operazione a livello monetario, ma privarsi di potenziali campioni è una soluzione che alla lunga potrebbe far scottare la società stessa. Quindi bisogna pensare anche al futuro e non soltanto al presente; prendiamo ad esempio tre giovani nerazzurri; Arnautovic, Krhin e Destro, inseriti nelle trattative più disparate lo scorso gennaio. Il primo, per il quale l’Inter ha battagliato con i migliori club europei, sta dimostrando in Under 21 austriaca (riguardare la grande punizione messa sotto il sette) di essere cresciuto e potrebbe essere, in futuro, un arma in più per l’Inter se solo gli si desse una maggiore fiducia. Diamo tempo al tempo e l’ex Twente non fallirà, perché davvero in lui si vedono potenzialità enormi. Lasciamolo tornare in forma e adattarsi al meglio all'Italia. Marko veniva dipinto come il nuovo Ibra, mai definizione fu più giusta. Rene Krhin e Mattia Destro sono sullo stesso piano; qualora l’Inter dovesse sacrificarli per obiettivi più grossi, sarebbe cosa gradita il prestito gratuito, senza correre il rischio di perderli. Il primo sta guadagnando fiducia e la nazionale slovena sta divenendo sempre più sua. Il secondo invece stupisce come sempre con la Primavera, e il settembre prossimo potrebbe vestire la casacca dell’Under 21 (in un ipotetico passaggio di consegne con Mario Balotelli); di lui si dice un gran bene e ha un po’ stupito il fatto che un talent scout come Mourinho non lo abbia portato con sé, almeno in piccoli impegni, in prima squadra.

L’augurio è che tali scelte societarie vengano ponderate al massimo e che il passato sia da monito per il presente; teniamo presente che questi ragazzi farebbero il bene di grandi tecnici come Wenger o Sir Alex Ferguson, da sempre grandi scopritori di giovani. Quindi perché perdere tali prospetti, ricercati anche dai grandi club? Come sempre la soluzione è nel passato e Pandev, in questo caso, docet.

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 11 marzo 2010 alle 13:22
Autore: Alberto Casavecchia
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