Due nuovi colpi per l'Inter, uno rientrante l'altro appena arrivato a Milano. Sono Jonathan Biabiany, che torna dal Parma ai nerazzurri, e Luca Castellazzi, portiere giunto dalla Sampdoria. La conferenza stampa di entrambi, per presentarli, è pronta ed FcInterNews ve la propone in diretta ed in forma integrale. Si comincia con Biabiany, e Benitez lo presenta: "Per me giocatori di velocità e qualità con mentalità offensiva sono importanti, lo dicevo ieri. Ne ho parlato con lui, anche di dove gli piace giocare. Per me è importante, lui può fare la differenza in molte partite e sono felice di essere qua". Parte Biabiany.
Il tuo è un ritorno. Ora l'Inter crede in te fermamente.
"Mi fa molto piacere essere tornato a casa, potermi allenare con questi campioni e poter imparare e migliorare".
Parma è stato un vero e proprio trampolino.
"Sono molto felice di essere qui però un po' di tristezza per aver lasciato gli amici di Parma c'è, perchè mi hanno aiutato in tutto".
Tu sei francese, che pensi del disastro Francia al Mondiale?
"E' stata una brutta figura, sono cose che accadono ma ora vediamo. Un mio obiettivo è anche arrivare alla Nazionale".
Rispetto a quando sei andato via due anni fa, in cosa sei migliorato?
"In esperienza, ma anche fisicamente e tatticamente".
Com'è andato il primo allenamento con Benitez?
"E' la prima volta, forse si fa un po' più di lavoro aerobico ma poi vedremo meglio".
A chi ti ispiri, come idoli?
"Beh, a Thierry Henry e Ronaldo che sono i miei pupilli, però faccio il mio lavoro".
Cosa significa per te essere richiamato dalla squadra più importante al mondo, adesso?
"Significa che l'Inter punta su di me, e sono felice di poter giocare in nerazzurro in un club così importante".
Gli obiettivi?
"E' sempre vincere tutto, poi le sconfitte ci stanno ma si parte con l'obiettivo di vincere tutto".
Hai già scelto il numero di maglia?
"No, non ancora. So quelli liberi e dovrò scegliere".
Pensi che sia il momento giusto per te per arrivare in una grande squadra?
"Sì, penso che è un momento importante della mia carriera, ma l'obiettivo è far sempre bene".
Tu conosci bene Balotelli. Lo trovi cambiato? Lo vedi con la testa giusta?
"Lo sentivo sempre anche quando ero via, per me è sempre uguale. Forse è migliorato nel calcio, ma nel resto è sempre uguale".
Oggi correvi nel gruppetto dei 'senatori', con Cordoba, Zanetti, Cambiasso. Ti senti nel gruppo?
"Ma no, sono appena arrivato e devo fare bene qua".
Con quale obiettivi personali arrivi tu all'Inter? Qui c'è grande concorrenza.
"Sono qua per giocare il più possibile e per imparare dai miei compagni, ma comunque per vincere qualche trofeo! (sorride, ndr)".
La tua dote migliore è la velocità.
"Ho fatto sei mesi di corsa come sport vero e proprio, ma non è quello che mi ha fatto diventare così veloce, è una mia qualità".
Terminata la prima conferenza, adesso tocca a Luca Castellazzi. Il tecnico Benitez lo presenta: "Lo conoscete meglio di me. E' un centravanti...", dice scherzando, "No, lui è un uomo di esperienza che ha fatto benone in questi anni, stiamo già lavorando con lui e abbiamo bisogno di un uomo di esperienza come Luca, aspetto di vederlo giocare alla grande".
Chissà, se fossi stato bene fisicamente, se fossi stato anche in Nazionale. Ma questo arrivo...
"Sì, io lo collego a quando ero in B a Padova con Zenga, era un segno premonitore. Questa è una grandissima soddisfazione, arrivo dopo una lunga carriera, ora ho 35 anni, ho fatto bene a Brescia e Samp, ma qui è un altro pianeta, non pensavo di emozionarmi così tanto. Gioco nella squadra che ha vinto tutto ed è un motivo d'orgoglio. Potevano sceglierne molti, quindi sono fieo".
E poi hai due anni in meno di Zanetti.
"Beh, due anni passano per tutti...(ride, ndr)".
Cosa significa per te venire qui a fare il secondo?
"Sicuramente sai che la domenica hai meno possibilità, però durante la settimana devi dare il meglio per farti trovare pronto per la necessità, anche perchè quando c'è bisogno devi fare bene la tua parte. Mentalmente il ruolo del portiere è molto particolare, però durante la settimana devi fare il meglio".
Julio Cesar ti ha sempre apprezzato, forse 'consigliato'. Cosa ne pensi?
"Un anno e mezzo fa ha espresso il suo parere su di me con belle parole, non ci conoscevamo e quindi era sincero. Lo ringrazio, perchè è il portiere più forte al mondo ed è stato emozionante. Chissà che con la società non abbia speso una buona parola per la scelta della società".
Che momento è per te, questo?
"Fortunatamente è capitata l'occasione perfetta, anche se a 35 anni è già benissimo che sia passato questo treno. Il mercato dei portieri è così, se non si muove uno il meccanismo difficilmente si sblocca. Comunque, spero di essere ancora più all'altezza a 35 anni con l'esperienza, invece che giovane magari. Però sono contento della mia carriera, mi godo questa grande soddisfazione, spero di guadagnarmi la stima di tutto l'ambiente".
Toldo lascia il numero, prenderai il suo 1?
"Innanzitutto gli rendo onore, perchè è indelebile nel calcio e nell'Inter, è un uomo strepitoso. Comunque, se l'1 rimane inutilizzato lo prenderei, la maglia dell'Inter con il numero 1 non è male, soprattutto quest'anno che è piena di toppe di trofei... A Julio il 12 porta bene, quindi magari lo prenderò, vediamo".
Palombo all'Inter secondo te è impercorribile?
"E' un grandissimo giocatore, però dopo tanti anni alla Sampdoria ha un senso di appartenenza diverso. Non so il presidente della Samp se è pronto a un cambiamento così radicale, perchè Palombo, Cassano e Pazzini saranno la colonna su cui investire per loro quest'anno anche nel preliminare. Garrone lo vedevo determinato a trattenere Angelo così come gli altri due, mi limito a dire che sarebbe importante e che è un giocatore fortissimo".
Per un portiere, è meglio giocare titolare in una squadra come la Samp oppure fare il secondo in un club come l'Inter?
"Sicuramente all'inizio della carriera o nella fase centrale è importante giocare per un portiere, perchè devi crescere e, l'ho visto sulla mia pelle, fare anche categorie minori aiuta a migliorare ancora. Però un'occasione come questa è troppo allettante, a 35 anni vuoi questi palcoscenici, e spero di vincere anche qualcosa, è anche l'occasione per dire ho giocato nell'Inter e ho vinto qualcosa anche io".
In Italia c'è una decadenza di portieri, perchè? E in Sudafrica, ti saresti visto bene come secondo o terzo?
"Quest'anno alla Samp avevo fatto un girone di andata fantastico, perchè c'erano grandi risultati e anche un anno fa e due anni fa abbiamo fatto grandi annate. Si parlava di Nazionale, però Lippi aveva in testa quei tre portieri e non cambiava, era già soddisfazione che se ne parlasse. Invece sulla decadenza dei portieri, io sono convinto che di portieri ce ne sono tanti e bravi in Italia, ma non li si aspetta. Ci sono solo attese ma poi li si brucia velocemente, dalle stelle alle stalle".
Che pensi delle altre big che lottano per lo scudetto?
"Beh, sicuramente si sono rinforzate tutte, ma spero possano non essere concorrenti! La Juventus ha Delneri che porterà entusiasmo, ma anche organizzazione. Io sono convinto che i giocatori devono essere bravi e seguire l'allenatore, e così era alla Sampdoria l'anno scorso, quindi Delneri farà ciò. Poi i risultati son figli di momenti o episodi".
Infine, la tua impressione su questa squadra che ha vinto tutto.
"Si vedeva da fuori che erano consapevoli della loro forza, e che quando volevano vincere le partite, le vincevano. Quando hai già un grande tecnico, i campioni, poi prendi coscienza della tua forza diventi proprio invincibile, cosa che l'anno scorso si è manifestata. Noi all'inizio della stagione ci siamo goduti la piccola soddisfazione di batterli, poi ovviamente sono diventati quasi invincibili. Era una squadra alla quale era dura fare gol, davanti inventavano, squadra solidissima. Lo ha dimostrato in tutte le competizioni".
Autore: Fabrizio Romano
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