Frenesia. In casa Inter, queste ultime ore sono davvero bollenti: raramente il presidente Massimo Moratti è stato così impegnato su più fronti per i colori nerazzurri, con strade legali da sondare attentamente e un mercato da portare avanti con attenzione, ma anche un sostituto al quale pensare ma da non svelare ancora in pubblico. Il numero uno di Corso Vittorio Emanuele sta lavorando con grande attenzione insieme ai suoi uomini di fiducia - i soliti Branca, Ausilio, Ghelfi e l'avvocato Cappelletti - per sbrogliare quella che lui stesso ha definito 'una matassa', cioé la situazione contrattuale di Rafa Benitez. Nonostante l'allenatore spagnolo secondo qualcuno speri ancora, ormai il presidente lo ha fatto capire: l'Inter, se non ha ancora esonerato Rafa, è soltanto perché sta studiando la giusta via per rimetterci il meno possibile da questo divorzio. La conferma più eccellente è arrivata oggi dall'agente di Rafa, che ha ammesso come in queste ore - negli uffici di Ghelfi - si stia trattando per la risoluzione. D'altronde, basta poco per capire che se il presidente avesse voluto realmente tenere Benitez, oggi alla domanda se lo spagnolo è ancora il tecnico nerazzurro, di certo non avrebbe risposto con un secco "Finché è lì..." dopo averne definito la situazione "una matassa", evidentemente contrattuale. L'addio è ormai sancito, manca solo l'annuncio.

RAFA, SOLO QUESTIONE DI TEMPO - Assodato che l'Inter si libererà di Benitez, bisogna capire dunque come farlo. Nelle ultime ore il club si è messo in contatto con l'agente del tecnico - e lo farà come confermato dallo stesso Quillon anche nelle prossime ore - ma non è facile arrivare ad un accordo, anche se oggi le parti si sono incontrate da vicino. Intanto Sportmediaset fa sapere come Benitez abbia rivelato di voler "tornare in Italia il 29 e fare il punto", e ciò potrebbe significare che la situazione potrebbe andare per le lunghe. Sicuramente però sarà divorzio. Una separazione dunque tutt'altro che semplice da sancire, con un erede da designare che sembra avere - secondo Sky - il profilo perfetto in Leonardo. Ma lo ribadiamo, per Benitez è soltanto questione di tempo.

L'EREDE 'NASCOSTO' - Il presidente Moratti sta cercando in ogni modo di non parlare dell'allenatore che arriverà - smentendo pranzi o cene con Leonardo - ma è chiara la strategia di voler mantenere calme le acque prima di un terremoto. Non è escluso che si tiri oltre Natale prima di avere notizie ufficiali, ma certo è che già si è discusso e si sta discutendo dell'eventuale tecnico da contattare una volta che si sarà sbrogliata la celebre 'matassa Benitez'. La pista Spalletti si è sbarrata, Capello non vuole lasciare l'Inghilterra, Zenga e Baresi non convincono profondamente Moratti nonostante tutta la stima che ci sia verso le persone. L'idea Leonardo resta quindi la più concreta, ma difficilmente il presidente si sbilancerà in pubblico prima dell'esonero di Benitez.

PRIMA RANOCCHIA, POI SI VEDRA' - Decisiva per la separazione è stata però indubbiamente la frase di Benitez in cui chiedeva assolutamente quattro colpi per gennaio. Al momento, l'Inter non ci pensa nemmeno: come ha già illustrato Marco Branca, la strategia nerazzurra verte in primis su Andrea Ranocchia, poi si andrebbe a valutare qualche altro affare ma è difficile che si chiuda già per gennaio. Il difensore del Genoa, in ogni caso, a meno di sorprese dovrebbe arrivare sotto la Madunina: la riunione in serata tra Inter, Genoa e agente del ragazzo è un segnale fortissimo, le resistenze di Preziosi servono a poco se il club nerazzurro arriva a 10-12 milioni per la seconda metà del cartellino. E' lui l'uomo dal quale prescinde il mercato nerazzurro, e Moratti non vuole perderselo. Impegnatissimo intanto Marco Branca nel seguire Alexis Sanchez - ma i 20 milioni complicano non poco le cose per adesso - e Luc Castaignos, asso 18enne del Feyenoord bloccato per giugno. L'Inter è iperattiva, è un Natale di fuoco: dalla panchina al campo, per ripartire. Come prima, più di prima.

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Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 23 dicembre 2010 alle 01:28
Autore: Fabrizio Romano
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