Sembra proprio che gli sfoghi, le polemiche e le parole a tratti fastidiose e fuori luogo, siano parte integrante delle grandi feste nerazzurre. Delle appendici che nessuno dei tifosi nerazzurri vorrebbe vedere, ma che puntualmente si verificano dopo ogni passerella con le medaglie e ogni coriandolo sparato al cielo di colore nerazzurro (ieri, per l’occasione era addirittura dorato). A Madrid erano state le parole di Diego Milito che aveva chiesto alla società una ricompensa per i gol decisivi per il Triplete, salvo ritrattare nell’alba di vittoria a San Siro. Ci ha pensato anche Josè Mourinho, quella stessa volta, non con le sue parole che tanto fanno tremare, ma non presentandosi a San Siro per la festa e per il congedo con onore davanti ai suoi tifosi, dopo aver ventilato settimane prima una fuga verso Madrid. Ieri sera, con il Mondiale per club in cassaforte, e con il quinto titolo dell’anno 2010, quello leggendario per eccellenza, Rafa Benitez si toglie un masso dalle sue scarpe. Lo ha fatto con la gentilezza e la classe che lo contraddistingue, inghiottendo bocconi amari per quasi sei mesi, e mettendo in chiaro le cose: o supporto o addio, e per supporto il tecnico spagnolo intende acquisti, 4 per l’esattezza per dare forza a un gruppo a suo dire scarico.  Un gruppo che sembra averlo scaricato: prove a favore di questa tesi d’accusa contro Rafa sono le parole di Marco Materazzi e Dejan Stankovic, con il primo che pensa al bene dell’Inter e il serbo che non nasconde la delusione per l’esclusione dalla partita di finale.

Stamane Massimo Moratti, raggiunto dai microfoni dei giornalisti sotto il portone di casa, non ha voluto riprendere il discorso inerente al tecnico nerazzurro, e i media sportivi hanno cavalcato alla grande i suoi silenzi, come fossero dei complotti atti a defenestrare il tecnico di Madrid. ‘Moratti e Benitez, ormai è finita’, è il titolo comparso su La Gazzetta dello Sport, che predice una fine rapida del rapporti. ‘Benitez si autoesonera’, campeggia sul Corriere dello Sport. La stampa è dunque convinta che le parole di Rafa siano state di congedo e che il Mondiale sia stato il suo canto del cigno sulla panchina nerazzurra. Un’esperienza, la sua, che ha portato  in dote due coppe, Supercoppa Italiana e Mondiale per club, un sacco di infortuni e un bel numero di malumori tra i campioni nerazzurri (chiedete a Eto’o il presunto significato della sua esultanza dopo il 2-0).

Indizi che porterebbero dunque a pensare a una separazione tra il tecnico ex Liverpool e i nerazzurri. Ma in caso salti Rafa chi dovrebbe arrivare? I nomi sono diversi, da Fabio Capello a Luciano Spalletti, passando per Walter Zenga e Leonardo. Ipotesi credibili ma poco fattibili se si pensa che i primi due (a detta di tutti i veri candidati alla successione) hanno i contratti bloccati. Capello ha un contratto con la FA sino all’Europeo del 2012, dopo di ciò, come dichiarato da lui stesso, dovrebbe venire la meritata pensione per uno dei tecnici più carismatici e vincenti del calcio italiano. Come, d’altronde, ha dichiarato il figlio e suo procuratore, Pierfilippo,  il padre non è mai stato contattato da alcun club, perciò rimane tecnico dell’Inghilterra. Anche Spalletti, fresco vincitore del campionato russo, ha il contratto congelato ( è il caso di dirlo) con lo Zenit. Il tecnico toscano sta preparando già la prossima stagione russa e sarebbe difficile strapparlo al club di San Pietroburgo, a meno che la società nerazzurra non voglia arrivare allo scontro con quest’ultima. In ogni caso la chiave sembra essere la volontà del tecnico ex Roma, che ha comunque detto, in tempi non sospetti, di trovarsi bene nelle lande russe.

Zenga e Leonardo avrebbero il timone del traghetto nerazzurro. Il sogno di Moratti altri non è che quel Pep Guardiola che fa tremare Barcellona con la storia del ‘rinnovo-non rinnovo’. Il presidente, ammaliato da Pep, potrebbe fare di tutto per lui in caso lo spagnolo sia libero e disponibile. Ma c’è da risolvere il dilemma del primo semestre del 2011. I primi citati non sono tecnici di elite e non garantirebbero all’Inter quella possibilità di lottare in campionato e in Coppa Campioni, che tutti i tifosi vogliono. Allora si potrebbe profilare l’ingresso di un outsider, che farebbe il Caronte nerazzurro, un uomo di campo e di società. Una possibilità (ancora comunque lontanissima dalla realizzazione) che però non potrebbe essere impossibile, una pensata di Massimiliano Nebuloni, inviato Sky per l’Inter. Si tratta di Beppe Baresi, collaboratore prima di Josè Mourinho e ora di Rafa Benitez, un uomo che conosce i nerazzurri, che ha seguito da vicino il lavoro di Mourinho e Benitez, quel lavoro che ha portato l’Inter alla cinquina. La sua conoscenza dell’ambiente potrebbe ridare forza a un ambiente che ha perso il contatto con lo spagnolo. Baresi, da novello Giovanni Invernizzi, (ecco i Corsi e Ricorsi storici) cercherà come l’ex allenatore nerazzurro, scudettato nel 1971, di riportare in auge la squadra e magari ripetere l’impresa di Robolina che risollevò l’Inter (con elementi di quella Grande degli anni '60) e la portò a vincere uno scudetto in rimonta sul Milan e sul Napoli.

I tifosi nerazzurri sognano dunque un’eventualità del genere, ma ora sta alla società nerazzurra ponderare al meglio la situazione e porvici rimedio. Proprio come dice Matrix,  si deve pensare al bene dell’Inter.

 

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 19 dicembre 2010 alle 20:00
Autore: Alberto Casavecchia
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