Le prossime ore potrebbero essere decisive per dare l’annuncio di Samuel Eto’o all’Anzhi, anche se è più verosimile che si debba attendere lunedì o, al massimo martedì, affinché Inter e russi mettano nero su bianco e concludano questa sontuosa operazione. Da quel momento in poi partirà con veemenza il mercato in entrata nerazzurro, grazie al cash (una trentina di milioni o giù di lì) incassato dalla cessione del camerunese. Ovviamente, l’obiettivo sarà un giocatore offensivo che possa prendere il posto di Samuel Eto’o nell’attacco di Gasperini, che però non chiederà un bomber come il Re Leone, quanto piuttosto un attaccante esterno in grado di svolgere anche compiti difensivi. Un identikit che tecnicamente allontana uno dei papabili neo nerazzurri, vale a dire Carlos Tevez. Da tempo si vocifera di un futuro milanese dell’Apache, ma finora non c’è stata alcuna vera trattativa tra Inter e Manchester City. La dirigenza del club stessa (nelle persone di Branca e Paolillo) ha sempre smentito un possibile acquisto del Citizen, quanto basta per rendere tortuosa questa ipotetica trattativa.
L'ARSENAL SI FA SOTTO - Al momento, dunque, Tevez resta un giocatore di Mancini, che recentemente ha ammesso di non aver mai ricevuto offerte per lui al di là di quella del Corinthians saltata all’ultimo momento. Notizia pessima per il giocatore, che non vede l’ora di fare le valigie e cambiare aria come ampiamente dichiarato. Da parte della società inglese, la cui proprietà è dello sceicco Mansour, il muro rimane però alto: l’argentino lascerà il City solo a fronte di un’offerta da 45 milioni di euro. Niente sconti alle pretendenti che, giustamente, neanche si fanno avanti a certe cifre. Pretendenti che, secondo i media britannici, sarebbero solo Inter e Arsenal, con i Gunners che potrebbero approfittare della cessione al Manchester City di Samir Nasri e dei soldi provenienti da Barcellona per Fabregas al fine di chiedere in cambio l’Apache come contropartita tecnica.
BASTA INGHILTERRA! - Avversaria di rilievo, dunque, per i nerazzurri, ma la realtà è un tantino differente: Tevez non vuole solo lasciare i Citizens, vuole proprio dire addio all’Inghilterra dove non si trova più bene. Il Corinthians sarebbe stato perfetto per lui, visto che vi ha già giocato e conosce benissimo l’ambiente, ma l’operazione è fallita per la scadenza del mercato brasiliano. E ora? L’idea Inter lo affascina, Milano gli piace e in un ambiente così argentino come quello di Appiano Gentile starebbe da favola. Un pensiero, questo, che taglia fuori le ambizioni di Wenger e favorisce nettamente l’Inter.
PALACIO MEGLIO DELL'APACHE - Ma c’è un problema in tal senso: il club di Corso Vittorio Emanuele, checché se ne dica, non considera l’Apache una priorità, per il motivo di cui sopra, vale a dire la necessità di reperire un attaccante esterno che vada a genio a Gasperini per il suo 3-4-3. Da questo punto di vista, il tecnico preferirebbe Palacio a Tevez, e non sarebbe una scelta masochistica ma ben ponderata. L’ex United rappresenterebbe un lusso, considerato il costo del cartellino e dell’ingaggio (7 milioni di euro), cifre che Moratti non è intenzionato a spendere. Pertanto, se Tevez vestirà davvero il nerazzurro, lo farà solo alle condizioni dettate dall’Inter e non alle imposizioni di Mansour che, tra l’altro, deve ancora una quindicina di milioni ai nerazzurri per l’acquisto di un anno fa di Balotelli.
SOLO A CERTE CONDIZIONI - Prestito, anche oneroso, con diritto di riscatto fissato a poco più di 20 milioni di euro, magari pagabili in comode rate: questa l’idea che vige in casa nerazzurra sul fronte Tevez. Il denaro incassato dalla cessione di Eto’o servirà a finanziare altre operazioni: un attaccante esterno (Lavezzi avrebbe più senso di Forlan anche solo per mere questioni anagrafiche) e un centrocampista (Kucka resta nel limbo: subito o a gennaio?), necessari alla rosa che Gasperini si aspetta di avere a disposizione entro il 31 agosto. Se poi, prima della scadenza del mercato estivo, i Citizens accettassero le condizioni dell’Inter (se il diretto interessato si impuntasse...) e prestassero il loro bomber separato in casa, i tifosi potrebbero godere dell’arrivo di un top player, nella speranza che accetti anche di svolgere il lavoro sporco che Gasperini attenderebbe anche da lui e che Eto’o non era disposto ad accettare. Ma questo è un altro discorso.
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