Valentino Angeloni si racconta: dopo aver assistito all'allenamento della squadra, il nuovo responsabile degli osservatori nerazzurri ha risposto alle domande di Roberto Scarpini. Dall'esperienza da calciatore a quella di capo degli osservatori, attraverso Inter Channel andiamo insieme alla scoperta del nuovo membro della famiglia nerazzurra.

"Ho iniziato a giocare a pallone da ragazzino, un po' come tutti, approdando quindi al settore giovanile della Sampdoria, per poi giocare - racconta Angeloni - nei campionati dalla C1 alla B, in giro per l'Italia. Questo è quanto ho fatto da calciatore, mentre dopo ho lavorato un anno al Torino e poi quattro a Udine, come responsabile degli osservatori. L'Udinese ricerca giocatori che dopo sei mesi-un anno siano pronti e che siano soprattutto importanti da un punto di vista tecnico ma anche di rivendibilità. Una ricerca data da una gestione eccezionale della famiglia Pozzo, persone che - in particolare il figlio Gino - seguono questi aspetti in modo importante. Tra viaggi e dvd è stato un qualcosa di davvero impegnativo, che ha però portato negli ultimi anni a risultati importanti sia di classifica sia in generale per la Società".

Da Udine a Milano, dal passato ai giorni nostri, con il trasferimento all'Inter a stagione in corso. Ed ecco che Angeloni ne approfitta anche per alcuni ringraziamenti: "Alla famiglia Pozzo per questa opportunità, avendomi permesso di muovermi già ora, e poi al presidente Moratti, a Branca e ad Ausilio, per la grande occasione che mi è stata data. Inizialmente ci sarà sicuramente un momento di confronto per capire le abitudini nerazzurre e poi si farà monitoraggio, perché tra l'altro abbiamo anche delle situazioni già in essere. Il tutto andrà quindi incrociato con quelle che saranno le esigenze della squadra, che ora non si possono sapere completamente. Questo in linea generale. Il segreto, poi, è essere presenti un po' dappertutto, ma anche con degli obiettivi mirati che la società ha. Non dimentichiamoci, in ogni caso, che qui siamo all'Inter: giocare a San Siro o in un altro stadio non è la stessa cosa, ci sono capacità e caratteristiche che un giocatore deve avere per giocare in uno stadio come il 'Meazza', gli osservatori devono tenere conto anche di questo".

Ma quanto la tecnologia ha influito, in questi anni, sul lavoro degli osservatori? Angeloni ci spiega anche questo: "Negli ultimi due anni con la tecnologia si sono fatti passi avanti importanti, permettendo alle società di controllare le prestazioni meglio e con più continuità, anche se poi l'occhio dal vivo resta lo stesso fondamentale".

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 03 aprile 2012 alle 19:40 / Fonte: Inter.it
Autore: Fabrizio Romano
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