La prestazione del reparto arretrato nerazzurro ieri sera contro il Celtic al Park ha rimesso in discussione, dopo la ‘pausa’ post Palermo e Bergamo, i limiti degli interpreti del pacchetto. Le tre reti rimediate contro gli scozzesi, oltre a essere costate all’Inter una vittoria che appariva ampiamente alla portata, hanno confermato che Mancini ha ancora molto lavoro da fare sulla fase difensiva, ancora a dir poco incerta. Non sono mancate, al di là delle reprimende generali, le critiche ai singoli e Andrea Ranocchia è stato nuovamente messo al centro delle polemiche, soprattutto da parte di una fetta significativa di tifosi. Il capitano dell’Inter, reduce da un periodo negativo in cui si è macchiato di un paio di errori da matita blu (a Napoli e contro l’Atalanta), è diventato nuovamente il capro espiatorio di una retroguardia che a tratti, per disorganizzazione e vulnerabilità, lascia perplessi.
L'ERRORE DEL CAPITANO - Ripercorrendo però la serata del Celtic Park, focalizzandosi in particolare sulle reti, il numero 23 merita una tirata d’orecchie solo per il secondo gol degli scozzesi, l’autorete di Campagnaro provocata dall’inserimento di Armstrong. Nello specifico, sul cross dalla destra, Ranocchia esegue un movimento quasi cestistico, un taglia fuori su Griffiths invece di sfruttare i suoi 193 centimetri e allontanare il pallone. Quasi si aspettasse la sola presenza di Carrizo e ne volesse agevolare l’intervento in uscita. Invece è un errore di valutazione che lo porta a ignorare quanto avviene alle sue spalle e a lasciar di conseguenza sfilare un pallone ancora giocabile.
SVARIONE GENERALE - Nelle altre due marcature dei bianco verdi, però, il principale indiziato è Juan Jesus, che in compagnia di altri giocatori commette errori tattici piuttosto gravi ed frettolosamente ignorati nelle polemiche post-partita. Nello specifico: prima rete di Armstrong (fig. 1). L’azione si sviluppa a destra, dove Mackay-Stevens lancia Matthews, Kuzmanovic manca l’ìntervento e il cross del terzino pesca nel cuore dell’area, liberissimo, Armstrong. Al di là del mancato intervento del serbo, errore tecnico, spicca l’assenza dalla propria posizione di Juan Jesus, uscito fuori tempo su Mackay-Stevens e rientrato in netto ritardo nella propria zona di competenza (indicata con la freccia rossa). Per chi rivedesse le immagini, sarebbe evidente il modo in cui il brasiliano rallenti la sua corsa e lasci soli Ranocchia, che nel frattempo copre su Griffiths e Campagnaro, che esegue la diagonale. L’errore però è anche di squadra, perché tutti i centrocampisti si fanno attrarre dal pallone e si spostano eccessivamente sulla sinistra. Ma se Kuzmanovic deve farsi trovare lì e Medel, da centrale, è incaricato di dare una mano, la presenza in zona di Guarin è una scelta tattica errata, perché il colombiano avrebbe dovuto seguire i tagli provenienti da sinistra, tra cui quello di Armstrong che poi va a segnare (nel fermo immagine è indicata la zona che il Guaro avrebbe dovuto presidiare). Però è di Juan Jesus lo svarione tattico principale, perché un’uscita tale è accettabile solo con una difesa a tre in cui il centrale ti copre le spalle. Invece in mezzo non resta che una voragine.
JUAN RESTA A GUARDARE - Terzo gol, il 3-3 di Guidetti. Mancini è passato da 12 minuti alla difesa a tre, con Campagnaro che si accentra, Santon che passa a destra e il neo entrato Dodò a sinistra. Nello specifico, Juan (cerchiato in rosso) fa la cosa giusta, uscendo rapidamente su Guidetti, il cui taglio però non segue. Anzi, resta a guardare anche mentre Ranocchia cerca disperatamente di recuperare il terreno perso, senza riuscirci. Il capitano, che da centrale ha il compito di guidare la difesa e quindi anche la linea, fa un passo avanti ma alla sua destra sia Santon sia Campagnaro restano troppo bassi, tenendo in gioco proprio Guidetti. Se però Juan avesse seguito l’attaccante di origini italiane, probabilmente avrebbe rimediato all’errore sul fuorigioco. Ma il brasiliano rimane a guardare quasi pensasse che l’azione fosse viziata da fuorigioco. Un errore tecnico, in questo caso, visto che difendendo a tre aveva il dovere di uscire sull’avversario di turno.
TANTO DA LAVORARE - L’analisi tattica e tecnica degli errori della difesa nerazzurra (ma anche del centrocampo) nelle reti subite al Celtic Park evidenzia dunque che Ranocchia è responsabile realmente solo del secondo gol scozzese, per un errore di valutazione. Di certo, lui e i compagni hanno commesso altre imprecisioni in situazioni che per fortuna non sono sfociate nella rete del Celtic, a conferma del fatto che Mancini ha ancora molto su cui lavorare sulla fase difensiva. Un processo che deve riguardare tutti, a partire dal reparto avanzato, il primo a dover proteggere la propria porta.
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