Alzi la mano chi non ha sobbalzato alla giocata di Diego Milito su Brandao, la quale ha ispirato il gol del 4-0 di Giampaolo Pazzini, ieri sera contro il Parma? Rivedere quella giocata del Principe ha riportato alla mente la magica serata di Madrid del 22 maggio 2010, quando una sterzata come quella eseguita sul difensore gialloblu, consentì all’argentino di saltare Van Buyten e battere Butt per il gol che di fatto è valso la terza storica Champions League e consacrato l’argentino nell’Olimpo dei grandi attaccanti della storia nerazzurra.

Diego Milito comincia il 2012 come aveva concluso il 2011, ovvero segnando, questa volta una doppietta, la quinta in nerazzurro. Diego sembra aver ritrovato la vena realizzativa che nei mesi precedenti gli era venuta meno. Dopo il gol del 24 settembre 2011 a Bologna, l’argentino timbra il cartellino solo il 2 novembre contro il Lille, non prima di aver fallito due gol incredibili, più difficili da fallire che da realizzare. La sfortuna lo ha quasi sempre accompagnato: gli errori contro il Cska Mosca (traversa da zero metri, molto simile al gol fallito a Bergamo il 26 ottobre) e la palla sparata tra le braccia di Frey in Genoa-Inter avrebbero potuto buttare giù chiunque, ma non lui, bravissimo ad aspettare il suo momento. Sapeva che il gol sarebbe arrivato, prima o poi.

L’argentino perciò si è sempre messo a servizio della squadra, sacrificandosi, lottando e correndo, piazzandosi un passo più indietro rispetto a Pazzini, suo compagno ‘forzato’, vista l’assenza di Forlan e le prestazioni no di Zarate. A Siena, per esempio, giocando quasi da trequartista, è stato, a modo suo, importante, entrando bene in gara con tocchi da consumato uomo assist. Stesso discorso a Cesena, gara nella quale ha giocato sempre in posizione più arretrata, quasi da rifinitore. 

Contro il Lecce la svolta. Prendendo il posto di Diego Forlan, Milito diventa il terminale offensivo e non sbaglia davanti a Gabrieli, una volta lanciato in porta da Alvarez. Gol del 2-1 e incantesimo che viene spezzato. Ieri solo conferme di quanto mostrato nell’ultima gara del 2011: una doppietta da vero bomber d’area di rigore, senza far mancare il suo costante apporto alla squadra in termini di presenza fisica e di qualità nella giocata (l’azione che ha portato Pazzini al gol è un gioiello).

In attesa del ritorno in Champions League, torneo in cui Diego Milito ha dato il suo grandissimo apporto, quando è stato chiamato in causa. Senza scomodare i grandi gol della stagione 2009/2010, lo scorso anno Diego rispose presente nella sfortunata gara contro lo Schalke 04 in quel di Milano, segnando il gol dell’illusorio 2-1. Nella speranza che, in questa edizione, la fortuna giri dalla parte nerazzurra e che il ritrovato Principe possa trascinare il suo popolo più avanti possibile nell’Europa che conta.

I presupposti sono buoni. Altro che Diego Bollito

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 08 gennaio 2012 alle 15:05
Autore: Alberto Casavecchia
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