Inutile negare che il fair play finanziario stia influendo pesantemente sulle strategie di mercato dell’Inter. Una scelta ponderata, che vieta assolutamente spese folli in fase di campagna acquisti, privilegiando le operazioni utili tecnicamente e ponderate economicamente. Così il club nerazzurro ha costruito la squadra della Tripletta, così ha deciso di continuare anche in questa nuova stagione, rinunciando a un pezzo da novanta come Balotelli e scommettendo su giovani di gran belle speranze. I risultati però, complice una serie infinita di infortuni, non stanno per ora dando ragione alla ‘Finanziaria’ di Corso Vittorio Emanuele, per questa ragione a gennaio la società interverrà sul mercato per colmare i buchi palesatisi in oltre 2 mesi di stagione con Rafa Benitez in panchina. Chiaramente, lo spagnolo non dovrà illudersi, perché a gennaio non ci saranno grossi investimenti, solo operazioni che consentano di non trovarsi più in difficoltà nella seconda metà stagionale.
In quest’ottica sembrava che l’arrivo di Ibrahim Afellay, sponsorizzato da Sneijder ma anche da prestazioni (persino in nazionale) di indubbio valore, potesse sintetizzare le aspettative del club: calciatore giovane, ottimo livello e costo contenuto. Inoltre, in una posizione che avrebbe fatto comodo, tatticamente, a Benitez. Operazione perfetta, insomma, come lo era stata quella legata a Pandev lo scorso gennaio: ottimo arrivo a costo zero. Invece l’ottimismo delle scorse settimane negli ultimi giorni si è smussato, quando è emersa lentamente maga con vigore la possibilità che Afellay si trasferirà al Barcellona. Voce confermata da più parti, sia dal Psv Eindhoven sia dal Barça stesso (finalmente uscito allo scoperto), per finire con il ragazzo che, indirettamente, ha ammesso la sua voglia di vestire la maglia blaugrana. Eppure solo una decina di giorni fa il diretto interessato si sarebbe esposto con un ‘magari’ alla domanda di un tifoso su un suo possibile approdo all’Inter.
Ad oggi non è dato sapere se davvero l’Inter si sia fatta ufficialmente avanti con il club olandese, o abbia preferito lasciare il terreno libero per la concorrenza. Se così fosse, in molti potrebbero giudicare la decisione una grossa opportunità gettata al vento, con un giovane talento pronto a cambiare squadra per la modica cifra di 3 milioni di euro, esattamente quanto il Barcellona investirà per portarselo a casa. Una sciocchezza per un potenziale campione di livello internazionale, insomma. Praticamente, un’operazione di mercato da Inter, realizzata però dal Barça. Ma se davvero, a fronte di un’offerta nerazzurra, Afellay avesse preferito i catalani, verrebbe da porsi una domanda: come mai il club che la scorsa stagione ha vinto tutto non viene preso in considerazione da giocatori che devono decidere il loro futuro e si trovano a un bivio?
Chiaramente il Barcellona continua a esercitare un certo fascino, per prestigio e per valore internazionale. Ma adesso sarebbe lecito pensare che anche i nerazzurri abbiano in mano le stesse carte. Invece sembra di no, il campioncino di Utrecht ha sottolineato come il Barça sia la meta da lui sognata per il definitivo salto di qualità. Non l’Inter, dove ad accoglierlo poteva trovare l’amico Sneijder. Il rischio è che la società di Corso Vittorio Emanuele, dopo il ridimensionamento degli investimenti in ottica di costruzione del futuro, sia una destinazione meno appetibile perché considerata non all’altezza della scorsa stagione. Prima erano gli elevati ingaggi offerti ai campioni a fare la differenza, poi è stato l’arrivo di Mourinho a stimolare l’arrivo di giocatori come Sneijder, Eto’o, Lucio e via dicendo.
Ma oggi? Il bilancio a livello di risultati non è soddisfacente, gli ingaggi non sono più quelli di una volta e la programmazione è a lunga scadenza, almeno secondo quanto si evince dall’esterno. Eppure, i grandi giocatori sono rimasti, ma neanche la loro presenza, evidentemente, attira più come un tempo. Afellay sarebbe stato un colpo ideale anche per la strategia dei giovani, con un investimento ridottissimo e un rafforzamento tecnico della rosa, lontano anni luce dall’operazione Quaresma, tanto per citare l’ultimo fallimento societario. Ma il Barcellona, agli occhi del ragazzo, è il top per la propria carriera. Colpa del calcio italiano, sempre meno appetibile, o anche dell’Inter? Sarebbe interessante rifletterci su.
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