Nulla di trascendentale, forse l’emozione gli ha giocato un brutto scherzo e in casa Inter possono rallegrarsene. Mauro Icardi, al primo confronto con il suo futuro, non ha brillato particolarmente e ha creato pochi problemi alla difesa nerazzurra, sia al fianco di Sansone sia in coppia con Maxi Lopez. In particolare Juan Jesus lo ha tenuto a bada in uno scontro che avrà fatto brillare gli occhi al tifoso interista: in 90 minuti si sono sfidati due dei potenziali cardini dell’Inter che verrà. Tornando alla prestazione dell’attaccante classe ’93, la dirigenza di Corso Vittorio Emanuele non aveva certo bisogno di conferme. La decisione di affidargli il dopo-Milito era stata presa già a fine 2012, troppo evidenti le qualità manifestate da questo giovanotto che ancora non era esploso.

MAGHEGGIO BLUCERCHIATO - Solo da gennaio 2013 infatti i numeri hanno dato ragione alla Sampdoria per averlo promosso in prima squadra e per avergli dato una maglia da titolare. Il costo nel frattempo è lievitato, probabilmente Branca e Ausilio speravano di cavarsela con meno dei 12-13 milioni (comprese contropartite da definire) pattuiti con la Sampdoria, artefice di un colpo eccezionale considerando l’investimento iniziale per questo ex canterano del Barcellona, poche centinaia di migliaia di euro. Rivenderlo dopo neanche una stagione ad alto livello a certe cifre è il manifesto della plusvalenza, cui l’Inter ha deciso di sottostare con la consapevolezza che il valore di mercato di Icardi sia destinato a raddoppiare nel breve periodo.

SULLE ORME DEL PRINCIPE - Ieri non ha brillato, la difesa nerazzurra è riuscita a metterlo in difficoltà ma non a impedirgli di concludere in porta pericolosamente un paio di volte. Ma dal momento che un attaccante non lo si valuta solo per i tentativi di concludere a rete, vale la pena sottolineare anche la prestazione tatticamente intelligente di Maurito. Molte sponde, verticalizzazioni per gli inserimenti dei compagni, tanto movimento anche ad allontanarsi dall’area di rigore: insomma, il materiale su cui lavorare non manca, Milito è ancora distante anni luce ma la strada intrapresa è ideale. E se l’argentino rimarrà ancora una stagione in nerazzurro, Icardi potrà vederlo all’opera tutti i giorni in allenamento sperando di rubarne i segreti. La testa è quella giusta: serietà, basso profilo e tanta voglia di lavorare per diventare un numero uno. Così il Principe di Bernàl ha conquistato il mondo, il rispetto di tutti i colleghi e l’amore incondizionato delle tifoserie che lo hanno visto indossare la propria maglia del cuore.

WAIT FOR ME ARGENTINA - Ieri Icardi non ha potuto ammirare il suo maestro dal vivo, ma il supplente, Rodrigo Palacio, lo ha sostituito alla grandissima mostrando a tutta la Sampdoria come un solo giocatore possa reggere un intero attacco. Il 20enne di Rosario ha dimostrato più di una volta di esserne capace lui stesso (allo Juventus Stadium ha fatto la differenza con la sua squadra in dieci), ma la maglia dell’Inter impone delle pressioni ben diverse dalla serenità dell’ambiente ligure. Con tanti connazionali che lo proteggeranno, gli insegneranno i trucchi del mestiere e lo spingeranno verso la carriera che promette di avere, per Maurito sarà tutto più semplice.

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 04 aprile 2013 alle 11:58
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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