L'Inter è in crisi. Magari non di gioco, magari nemmeno se si considerano le contingenze. Ma, dal punto di vista dei risultati, la crisi è palese. Una vittoria sola – nel derby – nelle ultime 8 partite e ben tre sconfitte, quando in precedenza ne era arrivata solo una contro la super-Roma di Garcia. Numeri impietosi, che non lasciano spazio a repliche. Anche perché, proprio in questo frangente, il calendario lasciava margini di risalita. I pareggi casalinghi con Samp, Parma e Chievo testimoniano le difficoltà attuali.

MAZZARRINTER - Pochi i demeriti di Walter Mazzarri, che sta facendo il possibile con quello che ha. Al netto degli infortuni, gli abbagli arbitrali hanno portato via oggettivamente almeno 5-6 punti e, con essi, anche un morale più alto che una classifica migliore ti conferisce. Ma è evidente che qualcosa manchi. Qualcosa, beninteso, non per puntare allo scudetto, ma almeno a un campionato senza eccessive sofferenze.

GARANZIE - Milito ieri è tornato a giocare dal 1' come non accadeva dal 10 febbraio 2013: buono lo scatto sui blocchi, ma poi la benzina è fisiologicamente finita. Corretto puntare sul Principe a occhi chiusi? No. E allora ecco che si cerca una punta. Il fatto che si sia provato a portare a Milano fin da subito Filip Djordjevic è il segnale che qualcosa lì davanti verrà fatto, anche perché Belfodil ormai è solo virtualmente un nerazzurro e la pubalgia di Icardi non dà garanzie. In mezzo al campo, invece, sono ormai ai margini i vari Mudingayi, Mariga e Olsen. Servirebbe un colpo 'alla Fernando', ma la sensazione è che in questa zona del campo si interverrà con sostanza solo in estate. Dunque, fiducia a Kuzmanovic e Taider al fianco di Cambiasso.

CESSIONI ECCELLENTI - Il tesoretto arriverà dalla cessione di Andrea Ranocchia, che ormai appare scontata. Il Borussia Dortmund sta per formalizzare l'offerta, l'Inter chiede non meno di 12 milioni. Logica vuole che a 10 si possa chiudere. E poi c'è Fredy Guarin. Il colombiano è ritenuto sacrificabile anche per lasciare spazio definitivamente a Mateo Kovacic. Quando ieri si è bloccato Alvarez, Mazzarri – nonostante il campo pesante – ha inserito il croato e non il colombiano, che poi quando è entrato ha dimostrato chiaramente come potesse essere più utile alla causa. Chiaro segnale, insomma. United e Tottenham restano alla finestra, per ora timidi segnali.

CHE ANNO È? - Intanto, Erick Thohir ieri ha guardato la partita in tv, ma stavolta non ha voluto commentare. Amarezza anche per lui, oltre che tutti i tifosi nerazzurri. Ok, questo è l'Anno -1, ma andare alla deriva sarebbe pericolosissimo, anche in previsione dell'Anno 0. Restano 11 giorni a Branca e Ausilio per intervenire. Basteranno?

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 20 gennaio 2014 alle 08:28
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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