Sempre nel corso dell'intervista rilasciata a De Telegraaf, Javier Zanetti ha anche parlato della sua avventura all'Inter, iniziata nel lontano 1995 e ancora in corso nelle vesti di vicepresidente. Rivelando un aneddoto: "Prima di andare al Talleres, fui scartato dall'Independiente. Secondo i loro tecnici forrmatori, non ero fisicamente adatto al calcio professionistico. In quel momento il supporto della famiglia è essenziale; mi hanno stimolato a continuare a inseguire il mio sogno e a non mollare. Poi mi sono fatto anche una cultura improntata al lavoro duro, che seguo da quasi trent'anni ed ormai è rimasto uno schema fisso di vita. Poi, c'è anche la passione; è essenziale non solo essere professionalmente coinvolti su tutti i fronti, ma anche che ti piaccia ciò che fai. Mi piace ancora allenarmi tutti i giorni, gioco con Inter Forever insieme a tanti grandi nomi del passato dei nerazzurri. In questo modo non solo mi tengo in contatto con i miei vecchi compagni di squadra, ma è anche un modo perfetto per tenermi in forma".

Per Zanetti, l'Inter è semplicemente la vita: "Devo tutto a questo club. Sono arrivato qui nel 1995 che avevo 22 anni, e mai avrei potuto immaginare di essere qui 23 anni dopo. Ecco perché per me l'Inter è una famiglia. Non posso descrivere in maniera migliore il mio sentimento. Voglio farne parte per sempre. Ecco perché non ho esitato a rimanere in questo club come dirigente. Il mio esempio? Lothar Matthaus, che ha giocato all'Inter prima del mio arrivo. Ammiravo non solo il suo modo di giocare a calcio, ma anche il modo in cui trascinava qualunque squadra in cui giocasse". Nei ricordi di Zanetti c'è indubbiamente l'anno 2009-2010, "un'annata eccezionale. Ovviamente spero che possa ripetersi, ma è più facile a dirsi che a farsi. Ciò che ha fatto l'Inter in quel momento è ancora considerato qualcosa di unico nel calcio italiano. Perché l'ho vissuto di persona e so quanto sia lunga e difficile la strada per ottenere quel successo fenomenale. Ma mi rendo altresì conto di come sia difficile eguagliarlo. Siamo molto ambiziosi, ma sarebbe ingiusto considerare il 2010 come punto di riferimento della squadra attuale". Anche se la proprietà di Suning, garantisce Pupi, promette di dare una grossa mano: "I nostri nuovi proprietari hanno aumentato il livello della nostra ambizione. Ecco perché è molto importante che l'Inter sia tornata in Champions. Questo di per sé è già positivo, ma questa stagione deve essere migliore della precedente. In realtà siamo in un processo che dobbiamo portare avanti. Seguiamo da vicino anche il calcio olandese. Anche se la Nazionale è stata assente all'ultimo Mondiale, il livello è migliorato. Poi qui all'Inter abbiamo un giocatore fantastico come Stefan de Vrij. Un ragazzo capace di consolidare il gruppo anche fuori dal campo, il che è di importanza vitale per la creazione di una nuova squadra".

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Sezione: Focus / Data: Lun 01 ottobre 2018 alle 17:10
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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