"Non sono stupito dell'approdo di Coutinho al Barcellona dal Liverpool per 160 milioni di euro". Ai microfoni di Panorama , Andrea Stramaccioni commenta così l'operazione di mercato che ha infiammato il freddo mercato invernale 2018. "Phil - aggiunge Strama - è cresciuto molto in Premier League e soprattutto nella Seleçao, meritava un top club mondiale. Ha saputo lavorare sui suoi due punti deboli dell'epoca: cercare di più la porta per affermarsi anche come goleador e il lavoro senza palla".

L'attuale tecnico dello Sparta Praga, poi, riporta indietro le lancette dell'orologio della Storia e ricorda così gli albori della carriera di Cou a Milano: "Aveva già esordito nell'Inter con Benitez e fu protagonista anche nella mia gestione. Partì benissimo andando in rete sia nei preliminari di Europa League contro l'Hajduk Spalato, sia all'esordio in campionato a Pescara. Wes (Sneijder ndr) giocava nella sua posizione ed ovviamente la concorrenza era in generale per Phil di alto profilo, ma la sua evoluzione era già in corso".

Alla fine, Coutinho decise di trasferirsi in Inghilterra: "Era un'offerta difficile da rifiutare, anche per il fascino del Liverpool e della Premier League: la sua volontà di andare in Inghilterra fu decisiva - spiega Stramaccioni -. Era un momento particolare e Cou era uno dei pochi prospetti giovani con un valore così alto nella nostra rosa del tempo. Bisognava aggiustare un po' il bilancio è alla sua cessione seguì poi anche quella di Wes. Anche se a malincuore capii e rispettai la decisione di Branca e Ausilio. Ma certo nessuno fu felice della sua partenza perché se ne intuiva enorme potenziale".

Il rapporto con Coutinho, però, non si è mai interrotto: "Ci sentiamo ancora - dice Stramaccioni -. Philippe è sempre stato ed è anche ora un ragazzo eccezionale. Oltre alle doti tecniche sotto gli occhi di tutti ha anche un'umiltà impressionante e una voglia di lavorare incredibile. Al suo fianco c'è tutt'ora una ragazza meravigliosa che è cresciuta con lui e che l'ha aiutato a rimanere il ragazzo semplice di quando viveva in Brasile. Questo gli ha permesso di crescere e lavorare sul suo enorme talento naturale".

Sulla valutazione monstre, Stramaccioni non si scompone più di tanto. "Philippe oggi è migliorato tantissimo nella fase di non possesso e nel lavoro sporco anche da interno di centrocampo. Il calcio moderno va in una direzione precisa, chiede partecipazione al gioco da parte di tutti. Se il classico numero 10 comprende l'importanza di dover aiutare i compagni in mezzo al campo, diventa un fantastico interno di un centrocampo a 3 e può fare la differenza. Vedi i casi dei vari Kevin De Bruyne, David Silva, Ivan Rakitić e Luka Modrić. E Cou se supererà l'impatto di aspettative del Camp Nou ...ha tutto per diventare decisivo come loro".

Sezione: Focus / Data: Mar 09 gennaio 2018 alle 20:01
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
vedi letture
Print