Claudio Ranieri e l’Inter hanno un ‘nemico’ comune, ovvero Luciano Moggi. La storia tra i due ha vent’anni e affonda le sue radici in profondità. Tutto ha inizio nel 1991, quando il tecnico romano siede sulla panchina del Napoli, squadra appena lasciata dal futuro dirigente della Juventus, che si va ad accasare al Torino. Ranieri, il primo giorno di ritiro, si trova in squadra cinque uomini che non ha richiesto, con un biglietto con su scritto ‘Li manda Luciano’. Ranieri, con garbo, li rispedisce al mittente. La sua annata a Napoli è ottima (quarto posto) ma l’anno seguente, alle prime difficoltà, viene esonerato. Confesserà ai suoi amici più stretti che “C’è qualcuno che da lontano decide il destino degli altri”.

Ranieri poi lavorerà a Firenze per quattro anni, vincendo un campionato di Serie B, una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana. Ha tanti amici, specie a Catanzaro, laddove ha giocato dal 1974 al 1982, ed è pronto a difenderli, soprattutto quando viene a sapere che uno di questi perde il contratto di osservatore federale. Ranieri contatta un dirigente FIGC toscano, che lo irride, cestinando la sua richiesta. L’uomo in questione (un nome, un programma) è Innocenzo Mazzini, che lascia un Ranieri nauseato, dopo l’incontro avuto. Il tecnico romano finisce il suo ciclo italiano e va in Spagna. Sarà un caso?

Scoppiata Calciopoli e rovesciati i vertici del calcio italiano, Ranieri torna in Italia, alla Juventus, una Juventus orfana di Moggi. La sua inimicizia con Lucky Luciano è uno dei motivi per il quale la nuova dirigenza bianconera, tesa a staccarsi sempre di più dalla Triade, lo ingaggia, salvo poi licenziarlo nella seconda stagione a due giornate dalla fine del campionato con un insperato secondo posto in classifica.

Sezione: FOCUS / Data: Ven 23 settembre 2011 alle 09:35 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alberto Casavecchia
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