"Ho passato la maggior parte della mia infanzia e adolescenza facendo viaggi lunghi, infiniti. Partivo la mattina presto per andare a scuola, dove mi aspettava mia madre, prendevo un thermos con la pasta che mangiavo in macchina e poi facevo un'ora e mezza ad andare e un'ora e mezza a tornare per andare ad allenarmi col Chievo. Se magari ero arrabbiato con me per non aver fatto un buon allenamento andavo fino a tarda sera al campetto dietro casa per allenarmi". Inizia così il lungo racconto di Andrea Pinamonti della propria breve carriera, attraverso i canali ufficiali del Frosinone.

"Quando è arrivato l'anno in cui mi sono potuto iscrivere a un summer camp ho fatto i salti di gioia. Mi avevano cercato in tante ma per legge non potevo andarci. A quell'età però non pensavo di arrivare a questo livello. L'Inter è stata un sogno, ho coronato quel che sognavo da bambino. Mi ha ripagato dei sacrifici fatti da piccolo. In più in famiglia siamo tutti interisti, per loro era un orgoglio. Quando poi ho esordito tra i pro in Europa League mi stavo già allenando con la prima squadra da un paio di mesi. Quell'anno non stava andando benissimo, in quella gara eravamo già fuori dal discorso qualificazione. Il giorno prima l'allenatore, Stefano Pioli, mi ha chiesto se ero pronto per un palcoscenico così e ho risposto di sì. Mi ha fatto giocare, è andata bene. Anche lì ho coronato un sogno". E ancora, l'esordio in campionato contro l'Empoli sostituendo Eder: "Mi tremavano un po' le gambe all'inizio anche lì, ma per fortuna non ho mai sentito troppo la pressione. Forse un pizzico di più in EL perché era l'esordio tra i pro, anche se c'era poca gente allo stadio. Con l'Empoli San Siro era pieno".

Il modello è un ex compagno di squadra all'Inter. "Ho detto di ispirarmi a Icardi proprio perché mi ci sono allenato assieme, solo così lo si conosce e si capisce che giocatore e che ragazzo è. Le persone magari lo giudicano dall'aspetto esteriore, che non rispecchia quel che è conoscendolo. E' un ragazzo eccezionale, mi ha aiutato tantissimo nei primi mesi, quando non conoscevo nessuno. Mi è stato sempre vicino anche per come muovermi a Milano dato che abitavo da solo, dopo aver vissuto sempre in convitto con altri. In più mi dava grandi consigli in campo, dove è un campione".

Fondamentale per crescere la cessione al Frosinone. "E' stato un mercato un po' strano. Io avevo già imposto la mia decisione di andare a fare un'esperienza in prestito, sapendo che all'Inter non avrei trovato spazio. La rosa è di un livello talmente alto che non sarebbe stato possibile giocare. Ho chiesto di andarmene per fare esperienza, all'ultimo è arrivata l'occasione del Frosinone e ho accettato. Sicuramente è stato un inizio di stagione molto positivo per me. L'esordio con l'Atalanta ha cambiato tutto, mi ha aiutato a inserirmi bene coi compagni. Poi ho avuto un periodo in cui non ho giocato ma ho sempre lavorato al massimo e per fortuna ho trovato spazi. Ho avuto la fortuna di segnare in A 1' dopo essere entrato, un'emozione speciale. Non lo dimenticherò mai. Subito dopo ho segnato alla Fiorentina, era il secondo e ha avuto un peso specifico importante a livello di emozioni. Spero che vada sempre meglio. Sicuramente mi aspetto di raggiungere l'obiettivo che mi ero prefissato a inizio anno: giocare più minuti possibili per fare questa esperienza in A. Se arriveranno altri gol sarò sicuramente contento. E poi arrivare alla salvezza tutti insieme".

Sezione: Focus / Data: Lun 10 dicembre 2018 alle 21:24
Autore: Mattia Todisco
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