HANDANOVIC 6,5 - Vola tra i pali al momento del bisogno, come quando smanaccia la parabola beffarda generata dal colpo di testa di Faragò in chiusura di primo tempo. Concede la replica su Pellegrini nella ripresa, non può nulla sul destro di Nainggolan.
SKRINIAR 6 - Voto politico. La sua partita dura appena 17’, conditi di qualche anticipo pulito su Simeone. È costretto a lasciare il campo in netto anticipo a causa di un malessere influenzale, facendo spazio a Godin. (DAL 17’ GODIN 5 - Nonostante l’ingresso a freddo si cala subito bene nella parte e dopo pochi minuti aziona Lautaro con una bella idea in verticale. Vanifica tutto quando perde palla sul pressing di Joao Pedro che genera il gol di Nainggolan, fermandosi ingenuamente a protestare: errore grave e pesante, soprattutto per uno della sua esperienza).
DE VRIJ 6,5 - La circolazione della palla passa spesso dai suoi affidabili piedi, oltre che da quelli di Borja Valero. Copre con esperienza le spalle ai compagni di reparto, comandando la linea difensiva e offrendo grandi letture difensive. Quando può non rifiuta l’aggressione alta, soprattutto su Simeone.
BASTONI 6 - Il primo gol a tinte nerazzurre arrivato al ‘Via del Mare’ di Lecce gli vale la riconquista di un una maglia da titolare. Dopo pochi minuti - pressato da Simeone - rischia di combinare il danno, ma è bravo a rimediare al suo stesso errore. Conferma intelligenza e personalità, poi sporca il destro vincente di Nainggolan.
YOUNG 6,5 - Per farlo sentire subito a casa nel giorno dell’esordio assoluto in Seria A non ci poteva essere contesto più adatto di un tipico lunch match all’inglese. Bagna la sua prima uscita ufficiale con l’Inter con la dolce parabola che pesca Lautaro e dà un assaggio di tecnica ed esperienza, nonostante sia alle prese con un avversario scomodo come Pellegrini.
BARELLA 6 - Il grande ex sente la differenza di stazza con Ionita, ma quando ha l’occasione si inserisce a fari spenti (va anche in gol, annullato per fuorigioco) con la voglia di fare male. Macina chilometri e garantisce il solito sacrificio, guidando il pressing non sempre accompagnato dal resto della squadra.
BORJA VALERO 6 - Rimpiazzare i muscoli e la corsa di Brozovic davanti alla difesa non è facile per nessuno. L’esperto centrocampista spagnolo indossa le vesti del play e ci prova con le solite geometrie, garantendo supporto anche in interdizione. Cala quando inizia a mancare l'ossigeno, ma spronato dai rimproveri di Conte riemerge - a tratti - dall'oblio.
SENSI 5,5 - Ci mette un po’ ad entrare nel vivo del match, dove qualche guizzo intelligente è però macchiato dalla poca lucidità nel momento decisivo e negli ultimi 16 metri. Prova comunque ad accendere la luce e nel secondo tempo cambia marcia, rendendosi più volte pericoloso in zona gol. Ma complessivamente sbaglia troppo. (DALL'82' SANCHEZ SV)
BIRAGHI 5,5 - Va in difficoltà sulle iniziative di Nandez, capace di metterlo in crisi (specie sullo stretto) con una frequenza di passi più elevata. Quando l’Inter alza il baricentro trova sfogo sulla fascia e prova a colpire con cross e verticalizzazioni a cercare le punte. (DALL'85' DIMARCO SV)
LAUTARO 6,5 - Dopo il tanto lavoro sporco si costruisce la prima grande occasione del match, vanificata dalla parata di Cragno. Alla seconda chance non perdona e incorna il perfetto assist del neo arrivato Ashley Young per sbloccare l’ennesima partita stagionale. Sfiora più volte la doppietta e conferma i progressi da attaccante moderno. La rabbia lo porta a rimediare un rosso pesante nel finale.
LUKAKU 5,5 - Il suo primo tempo è fatto di continuo scontro fisico con Klavan e di rare occasioni da rete, dove si innervosisce e si becca un giallo (il primo in stagione) per un’insolita dura entrata su Pellegrini. Inizia il secondo tempo calciando sull'esterno della rete e affinando l'intesa con Lautaro. Il gol del Cagliari lo spinge a prendere per mano la squadra: la devastante progressione palla al piede si spegne con un mancino a lato, poi tende ad intestardirsi.
ALL. CONTE 6 - Se vuole mettere pressione a Juventus (impegnata a Napoli) e Lazio (in attesa del delicato Derby di Roma) non può permettersi di sbagliare davanti ai 70 mila spettatori presenti sugli spalti di San Siro. Aggredisce la partita e la porta sui binari giusti, senza però riuscire a chiuderla: arriva il pari dell'ex firmato Nainggolan e si gioca le carte a disposizione in panchina, ma non riesce a fare bottino pieno e rallenta ancora la corsa.
CAGLIARI: Cragno 6,5; Faragò 6, Walukiewicz 5,5, Klavan 6,5, Pellegrini 5,5 (dal 75' Mattiello sv); Nandez 6,5, Oliva 6 (dal 74' Castro 6), Ionita 6; Nainggolan 7 (dall'86' Cigarini sv), Joao Pedro 6; Simeone 6. All. Maran 6,5.
ARBITRO - MANGANIELLO 4 - Prova ad applicare alla lettera il regolamento, spesso in maniera fin troppo fiscale e irritante. Tante proteste del Cagliari sul vantaggio di Lautaro, ma la contestata spinta dell’argentino su Walukiewicz è molto lieve e non decisiva per portare ad un annullamento. Lascia correre sul contatto Oliva-Young e sul presunto tocco di braccio (attaccato al corpo) di De Vrij e riesce ad innervosire il match non sanzionando la gamba tesa di Joao Pedro nell'azione del gol di Nainggolan. Chiude l'opera con il rosso a Lautaro.
ASSISTENTI: Preti 6 – Bresmes 6.
VIDEO - ECCO ERIKSEN! LAMPI IN ALLENAMENTO: SOMBRERO AL VOLO AL COMPAGNO
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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