Giuliano Noci, docente di strategia e marketing al Politecnico di Milano e protettore del polo territoriale cinese dell'Ateneo, è stato intervistato da La Repubblica, spiegando potenzialità e timori degli investitori e delle autorità cinesi: "Alle autorità cinesi hanno fatto molto paura due cose. La prima: alcuni investimenti dissennati nel mondo del calcio. E’ vero che per la capacità di spesa cinese gli investimenti nel calcio sono “peanuts”. Ma i cinesi sono molto sensibili al simbolismo e certe spese, sia all’estero sia per ingaggiare campioni nelle squadre locali sono apparse immorali. L’altro aspetto di preoccupazione riguarda la leva finanziaria usata in certe operazioni come l’ingresso in Deutsche Bank o in Wanda”

Noci analizza anche le potenzialità dei due gruppi proprietari di Inter e Milan: “I due casi sono diversi. Suning è un grande gruppo, conosciuto ovunque in Cina e dietro all’acquisto dell’Inter c’è sicuramente un progetto industriale legato allo sviluppo del marchio in Europa. Non si e’ ancora visto perché i tempi cinesi non sono quelli occidentali. Il caso del Milan è più interessante perché innovativo, ma più rischioso per definizione, visto che se non verrà ripagato il debito a Elliott il fondo ne diventerà il nuovo proprietario. Yonghong Li è stato costretto a spendere tanto per vincere subito e avere un ritorno di immagine per provare a quotare il Milan in una borsa asiatica, con tutta probabilità Shanghai. Può essere che Li avesse alle spalle qualche grandi investitore, ma se c’erano società di stato è chiaro che dopo l’intervento del Governo sugli investimenti all’estero si siano defilati. Del resto, già qualche anno prima Massimo Moratti, secondo quanto mi risulta, aveva trattato la vendita a un altro gruppo cinese poi saltato perché la notizia è finita sui giornali prima che arrivasse il via libera da parte del Governo". 

Sezione: Focus / Data: Dom 15 ottobre 2017 alle 13:16
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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