Domenica sarà l'ex di turno nella sfida contro il Cesena, e in queste due giornate è stato lui a regalare i 3 punti a Genova e a segnare il gol-sicurezza contro la Fiorentina. Stiamo parlando di Yuto Nagatomo, il giapponese entrato nel cuore dei tifosi dell'Inter. "Il gruppo viene sempre prima di tutto - ha spiegato Yuto - Genoa e Fiorentina svolta? Questo è presto per dirlo, ma di sicuro siamo in crescita e nello spogliatoio l’atmosfera è cambiata. I risultati sono una medicina incredibile. Scudetto? Io per natura non mi arrendo mai e anche i miei compagni ci credono. In fondo, l’anno scorso stavamo completando una rimonta anche più difficile. Però stavolta, oltre al Milan, dovrete rincorrere anche Juve, Lazio, Udinese, Napoli. Ma tutto continua a dipendere da noi. E stanno per tornare anche Forlan e Sneijder... Il Milan ancora dobbiamo affrontarlo, mentre la Juventus m'è sembrata una squadra molto solida, col vantaggio delle Coppe. A Genova abbiamo ottenuto una vittoria importante in una serata speciale per me. Ero come in trance agonistica, "sentivo" le cose. Prima la traiettoria del cross di Alvarez, nel finale quella del tiro di Marco Rossi che ho "parato" di testa".

"Una sola volta avevo già segnato di testa - prosegue Nagatomo - con l’Under 21 giapponese. Sorteggio? Cambia poco. Se una squadra è arrivata agli ottavi di Champions merita rispetto comunque. Mi dispiace invece per il Cesena, ma vado a caccia del tris. L’Inter non può fermarsi ora. All’inizio ho sofferto per il brutto infortunio alla spalla destra di fine luglio. Anche se non mi sono dovuto operare,stare fuori un mese e mezzo è dura. Poi c’erano i problemi tattici legati alle nuove idee di Gasperini e il momentaccio che ha colpito tutta la squadra. E quando le cose stavano migliorando, mi sono infortunato al polpaccio. Ficcadenti? Sono arrivato in Italia grazie a lui - spiega - E' un esperto di calcio giapponese. Amo il vostro Paese e sto prendendo lezioni di italiano per capirlo ancora di più. Vivo da solo in centro, mi piace molto passeggiare soprattutto nel quadrilatero della moda, fare shopping e uscire a mangiare. Tempo libero? Ora che gioca a Novara, viene spesso a trovarmi Morimoto, con cui guardiamo film giapponesi. Poi vedo Sneijder,  che abita vicino a me. Wes è un matto. Voi credete che io faccia gli scherzi in spogliatoio, invece li subisco. L’ultima volta mi ha riempito di grana il tovagliolo, così quando mi sono seduto a tavola e l’ho aperto mi sono rovesciato il formaggio dappertutto. Un’altro che scherza sempre è Viviano, mentre mi manca Materazzi. Ci sentiamo ancora, ma ci vediamo meno di prima. Zanetti? Fantastico. Il capitano è un grande. Quello che in Giappone chiamiamo "senpai", cioè una guida, un maestro. Inchinarmi davanti a lui dopo un gol è l’omaggio minimo. Siamo anche compagni di stanza nei ritiri e ci salutiamo in quel modopure lì. Quando sono arrivato all’Inter il mio punto di riferimento, anche per il ruolo in campo, era Maicon. Senza nulla togliere a Maic, ora guardo a Zanetti e sogno di diventare unatleta serio e professionale come lui. Se non fossi diventato calciatore? Probabilmente mi sarei dato al ciclismo su pista. Mio nonno Yoshida Tatsuo era un professionista del keirin e mi ha trasmesso questa passione". 

Sezione: FOCUS / Data: Ven 16 dicembre 2011 alle 08:16 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Riccardo Gatto
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