"È la partita delle partite". Non usa mezzi termini Marco Materazzi, intervistato da Roberto Scarpini nel corso di "A tu per tu" su Inter Channel a poche ore dalla sfida col Milan. "E' quella che in questi dieci anni io, per esempio, ho più sentito, perché la rivalità cittadina è fortissima e quando si è in campo si vuole sempre vincere. È sempre tanta la voglia di superare l'altra squadra di Milano". Materazzi, nato a Lecce, umbro nel cuore e nell'anima, ma che per l'Italia e non solo ha girato, si sente comunque interista fino al midollo, perché - come spiega lui - "la gente che mi ha accolto ha fatto sì che diventassi in tutto e per tutto un interista, mi hanno accolto come un figlio, come un fratello, mi hanno fatto sempre sentire uno di loro, mi hanno sempre fatto sentire importante, anche nei momenti più delicati, in cui magari si commette qualche sciocchezza, per questo ho sempre dato tutto nel derby e in questi dieci anni".

Ma che sapore ha segnare nel derby? "È una sensazione troppo bella, senti un senso di liberazione da parte del tuo popolo e quando io ho segnato nel derby (28 ottobre 2006, Milan-Inter 3-4, ndr), a livello di sensazione, posso dire che sia stata una delle reti per me più belle". Quando gli viene ricordato che, come Rino Gattuso, è il giocatore più espulso e il più ammonito nel derby, Matrix spiega che "i gialli probabilmente sono stati tutti meritati, poi un rosso l'ho preso perché mi ero tolto la maglia dopo che mi si insultava da 6-7 anni e venni espulso per doppia ammonizione, mentre l'altro perché dalla panchina Flamini diede un cazzotto in testa ad Adriano e ci stava un rigore, con Morganti che a quel punto - con tutta la panchina in piedi - vide me dire 'ma quando c.... fischi?'. Ma io, del resto, sono quelle delle prime volte e anche delle ultime, perché non credo che ci saranno mai molte espulsioni del genere".

Materazzi come Gattuso, ma anche come un altro suo grande amico, Francesco Totti, un giocatore che come Marco sente tantissimo il derby: "Se siamo amici - dice Matrix - è perché evidentemente ci scorre del sangue nelle vene, non acqua naturale. Abbiamo sempre dato tutto e in questo Francesco è un emblema". Guai però a pensare che in caso di vittoria sarebbe fatta per il tricolore: "Sarebbe un errore crederlo. Loro sono favoriti, hanno tre punti di vantaggio, noi cercheremo di fare la nostra partita da umili lavoratori, cercando di portare a casa i tre punti. Che derby sarà? Il derby degli assenti? Spero che sia il derby dei 22 che vanno in campo, perché l'arbitro meno si nota e meglio vuol dire che sta facendo il suo lavoro. Sarà una bella partita se così sarà, una bella partita per giocarsi lo scudetto".

Sezione: FOCUS / Data: Ven 01 aprile 2011 alle 17:49 / Fonte: Inter Channel
Autore: Christian Liotta
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