"Sapevo che Spalletti avrebbe fatto bene. È uno che segue la sua strada e non devia. Sa dare fiducia ai giocatori e soprattutto sa farsi ascoltare. Il problema coi calciatori è che spesso non ascoltano, ma lui ripete le cose finché non ti entrano in testa, che tu lo voglia o no. Ci siamo affrontati tante volte quando era allo Zenit…". Parole e musica di Mircea Lucescu, attuale ct della Turchia, intervistato dalla Gazzetta dello Sport.

Giocavate in tornei differenti…
"Nelle soste dell’inverno russo e ucraino c’erano solo 2-3 squadre di alto livello con cui fare amichevoli. Loro e il Cska. Ci siamo inventati anche un torneo negli Emirati pur di giocare gare allenanti. Luciano aveva una grande squadra, io i bambini brasiliani: lo facevo impazzire quando vincevo".

Calhanoglu è al di sotto delle attese. Come mai?
"Il suo problema è stato scegliere il numero 10: lui è un 8, voi italiani quando vedete il 10 vi aspettate sempre Platini. Ricordo i discorsi su Del Piero 9 e mezzo, figuriamoci Hakan... Era perfetto per la Bundesliga, dove poteva sfruttare grandi spazi, ma in Italia contro le difese chiuse non ha la giocata per cavarsela nello stretto. Però ha qualità. E non lo aiuta la squadra. Tutti nuovi: giocano male, vedo confusione".

Il Napoli è più vicino alla Juve. È d’accordo?
"Non troppo. Il Napoli gioca benissimo, ma non basta. La Juve è ancora più organizzata. Il Napoli in Europa negli ultimi anni è stato un mezzo disastro".

Sezione: Focus / Data: Dom 05 novembre 2017 alle 08:45 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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