"Finisce con Lukaku che respinge un colpo di testa di Sanchez diretto in rete; con Eriksen, entrato all’80’, che sfiora il gol qualificazione; con Handanovic centravanti. Ma soprattutto: finisce. Inter fuori da due coppe in una notte sola". Lo scrive oggi la Gazzetta dello Sport, il giorno dopo la terza eliminazione di fila dei nerazzurri dai giorni di Champions. Dopo il Psv e il Barça, stavolta all'Inter è fatale lo Shakhtar. "La traversa di Lautaro, certo. Le grandi parate del portiere ucraino, certo. Ma questi 180’ restano un inno all’impotenza - si legge -. Troppe volte, in campionato e in coppa, l’Inter ha faticato a superare una difesa chiusa e schierata, nonostante i grandi numeri della Lu-La. Se i nerazzurri non riescono a correre negli spazi aperti, vanno in affanno. Conte ripete spesso, anche ieri: «Tutti contro di noi si mettono a specchio. Ci temono». Ma invece di esserne orgoglioso, dovrebbe preoccuparsi: se basta mettersi a specchio per fermare una squadra ambiziosa come l’Inter, qualcosa non quadra. Le verità? Bisogna migliorare il gioco e i giocatori".

L'accusa generale è la mancanza di qualità. "Dopo i proclami estivi, Conte è rinculato nella purezza del 3-5-2 per trovare equilibri. Di lì non si muove - sottolinea la rosea -. Anche ieri, nel finale, contro una squadra che non aveva punte, ha mantenuto i tre difensori centrali. Senza interni di rifinitura, se la difesa nemica tappa i buchi e chiude le fasce, è notte fonda. Forse non è un caso che Conte in cinque esperienze di Champions, sia uscito tre volte nel girone e, al massimo, abbia raggiunto i quarti, pur avendo allenato squadroni". Tant'è che, nel finale concitato, la partita stava per essere decisa proprio da Eriksen e Sanchez. "Tutti e due entrati troppo tardi - accusa la Gazzetta -. L’Europa pretende qualità. Se non ce l’hai, sei condannato a un furore agonistico continuo, impossibile da mantenere alla distanza. Il prossimo mercato dovrà tenerne contro. Una sola vittoria nel girone: giusto uscire. Difficile ora parlare di una squadra che sta crescendo: da una finale di Europa League a un anno senza coppe; dai cinque gol allo Shakhtar di luglio, agli zero di ottobre e dicembre. La finale di Colonia doveva essere la base per la crescita di personalità e di spessore internazionale in questa stagione: tutto vanificato. Per quanto Conte si tappi le orecchie, stavolta sentirà rimbombare la delusione del popolo interista, assolutamente legittima".

Sezione: Focus / Data: Gio 10 dicembre 2020 alle 08:27 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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