Due turni di squalifica per Sarri, da scontare solamente nella prossima Coppa Italia (visto che per quest'anno il Napoli non ci giocherà più) e un turno a Mancini, che quindi salterà l'andata della semifinale con la Juventus. Questo lo scenario post-insulti del San Paolo descritto dalla Gazzetta dello Sport. Oggi il giudice sportivo Tosel emetterà il verdetto, ma la rosea si porta avanti. "Come verranno valutati i «frocio» e «finocchio» riferiti da Roberto Mancini - si domanda la rosea -? L’articolo 11 del codice di giustizia sportiva, al comma 1, recita che «... costituisce comportamento discriminatorio, sanzionabile quale illecito disciplinare, ogni condotta che, direttamente o indirettamente, comporti offesa, denigrazione o insulto per motivi di razza, colore, religione, lingua, sesso, nazionalità, origine etnica...». Chiaro. Ma non basta. Per il giudice sportivo è pacifico che Sarri abbia insultato Mancini. Lo dicono gli atti che gli sono stati inviati ieri mattina da Napoli. Lo ha scritto il quarto uomo, il signor Di Bello, nel proprio referto. Lo conferma la relazione degli ispettori federali che al termine della gara hanno raccolto le deposizioni di Sarri (che ammette) e Mancini. L’offesa c’è stata e una sanzione arriverà".
Il punto, però, è un altro. E dà davvero i brividi. Lo spiega ancora la Gazzetta con puntualità: "Tosel non crede che il tecnico del Napoli abbia scelto quegli epiteti con l’intento di discriminarlo sessualmente, anche perché, fino ad outing contrario, Mancini non è omosessuale. Quindi, Tosel ritiene che quei termini Sarri li abbia scelti, maldestramente certo, ma «solo» per insultare il collega dell’Inter, senza l’aggravante omofoba. Insomma, come se lo avesse semplicemente mandato a quel paese, in un momento di particolare rabbia. Dunque, Sarri non si sarebbe comportato da «razzista», come lo ha definito Mancini, ma, appunto, semplicemente da ignorante". Da qui la pena lieve. Lievissima.
Finita qui? Non è detto. "L’articolo 33 (al comma 4) del codice di giustizia sportiva conferisce al presidente federale, anche su segnalazione dei presidenti delle leghe, il potere di presentare reclamo - puntualizza il quotidiano milanese -. Cioè, Tavecchio potrebbe appellarsi perché insoddisfatto delle due giornate di squalifica comminate a Sarri per il «frocio» e il «finocchio» dati a Mancini. È nei suoi poteri, ma a quel punto qualcuno potrebbe ricordargli la quantità e qualità di gaffe infilate dal suo insediamento, le ultime proprio su ebrei e omosessuali. E non risulta che in quelle occasioni Tavecchio abbia proposto una squalifica per se stesso". 

 

Sezione: Focus / Data: Gio 21 gennaio 2016 alle 09:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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