Ospite del consueto appuntamento di InterChannel 'Drive Inter', il neo esterno nerazzurro Danilo D'Ambrosio ha risposto alle domande di Nagaja Beccalossi. 

Benvenuto all'Inter. Da dove è nata la passione per il calcio?
"Quando avevo 5 anni, mia mamma ha trasmesso anche a mio fratello gemello, che gioca a Lecce. Abbiamo iniziato giocando nella scuola calcio del mio paese, poi Salernitana, Firenze per poi dividerci facendo esperienze diverse. E ora sono qui, dopo la bella esperienza di Torino".

Gli anni calcistici con tuo fratello. Rivalità?
"Ora facciamo lo stesso ruolo, anche se all'inizio ricoprivo ruoli diversi. I nostri ruoli non sono mai coincisi, quindi non c'è mai stata tanta rivaltà. Numero 10? Si, l'ho indossato quando facevo il centrocampista, soprattutto da piccolo".

Avresti mai pensato di arrivare a questo livello?
"No, perchè all'inizio si inizia per gioco. Non c'è mai stata l'ansia di 'arrivare', poi è normale che da un certo momento in poi cominciano a salire le pressioni".

Sacrifici da giovane, è stata dura?
"I contro ci sono quando si è molto giovane, vorresti uscire, fare tardi, anche nel pomeriggio vorresti passeggiare con i tuoi amici, ma il calcio porta via tanto tempo. Ora no, ma la vita è fatta di scelte. A 19-20 anni io e mio fratello abbiamo lasciato Firenze, poi ho girato parecchio".
 
Capitolo Torino.

"Sono arrivato da sconosciuto, ho vissuto 4 anni importanti. Con Colantuono abbiamo fatto un girone di ritorno importantissimo, peccato per la finale contro il Brescia. Con Lerda siamo arrivati 7 e non è andata benissimo, e in una piazza come Torino questa è stata una sconfitta. Con Ventura ho vinto un Campionato, ci siamo salvati e ora l'Inter, un'occasione unica. La fascia da capitano? Il vantaggio è che c'è sempre stato un gruppo unito, mai problemi e totale disponibilità, non è stato pesante. Quando vado in campo metto il massimo".

Persona importante per la carriera.
"Posso dire Rastelli, ma anche Lerda e Colantuono. Con Ventura, poi, mi sono consacrato. Non abbiamo avuto sempre un rapporto simpatico, lui è uno molto schietto ma a livello tecnico è preparatissimo. Io sapevo cosa fare".

Come hai reagito quando hai saputo dell'Inter?
"Felice ed orgoglioso. C'erano anche altre possibilità, anche per il fatto di essere in scadenza. Ma, insieme al mio procuratore, avevo già deciso di venire qui. Sin da piccolo ho ammirato questa società, ci sono stati sempre grandi campioni quindi ho sempre visto l'Inter come un sogno. Io non faccio mai il 'passo più lungo della gamba', vivo il presente".

Chi ti ha impressionato di più?
"Conoscevo già Ranocchia, ma il più simpatico è Mudi. Poi Cambiasso e Zanetti sono importantissimi, Pupi è il primo a ridere, a scherzare ed è un bene che sia così, un capitano come lui, sia all'interno che all'esterno, deve sdramatizzare".

Prima telefonata quando hai firmato?
"Ai miei genitori, la mia ragazza era con me. Loro l'hanno vissuta giorno dopo giorno insieme a me".

Sei attentissimo al look?
"Esco per ultimo dagli spogliatoio perchè mi piace curare ogni minimo particolare, a livello lavorativo. Per quanto riguarda il look, sono sempre stato molto attento. Milano? Conoscevo già la città. Mi prendono in giro per il fatto che mi 'curo'? No, per il momento nessuno lo ha fatto".

Sei capace a cucinare?
"Si, anche se per questione di tempo preferisco mangiare al ristorante. Riesco a fare pasta e risotto. Piatto campano? Pizza, ovviamente. Sono nato con pizza e Coca-Cola".

Il complimento che ti ha reso più orgoglioso?
"Che sono testardo e caparbio. Critica? Alcune fuoriluogo, quando ero a Torino. Con Lerda non raggiungemmo gli obiettivi e mi presero di mira. La presi male, ma adesso è diverso. Ho ricevuto parecchie offese, a livello personale, che sono quelle che danno più fastidio, a livello calcistico ognuno può dire la propria opinione. Prima ci rimanevo male, ma adesso rimango indifferente".

Gol insieme al fratello. 
"Si. è stato destino. Anche Sky ci ha dedicato un servizio. Il mio sogno, che è uguale al suo, è che possa arrivare in Serie A anche lui. Non deve mollare mai, sarebbe bello giocare insieme".

Dove può arrivare l'Inter?
"Siamo in un momento abbastanza difficile, ma vedendo il carisma di Mazzarri e la voglia di tutti penso che i traguardi prefissati sarano raggiunti. Magari aiutati da un pizzico di fortuna".

Mazzarri ha contribuito nella tua scelta?
"Assolutamente, ma vedendo i risultati che ha ottenuto il mister con altri esterni ho deciso di scegliere l'Inter".

Hai letto le pagelle dopo l'esordio?
"No, zero".

Emozionato nel momento dell'ingresso in campo allo Stadium?
"Arrivato allo stadio si, ma dopo mi sono sciolto. Mi hanno riservato parecchi fischi, per via dei miei trascorsi, ma dopo è passato tutto. Zanetti, Palacio e Milito mi hanno dato una grossa mano. Obiettivo? Giocare e fare bene".

Rimpianti?
"Non guardo mai al passato, senza pensare al futuro. Prima ero molto istintivo, ma ora sono molto più pacato e tranquillo, come nella scelta che ho fatto di venire all'Inter".

Cosa ti piace fare fuori dal campo?
"Prima suonavo la chitarra e andavo in piscina, passatempo che ora non posso più fare per via della mia professione".

Le tre parole che ti raccontanto?
"Caparbietà, sincerità e umanità".

 


 

 

Sezione: Focus / Data: Ven 07 febbraio 2014 alle 19:33 / Fonte: Inter channel
Autore: Francesco Fontana
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