Intervistato dal Corriere della Sera, Fabio Cannavaro presenta la sfida di domani sera tra Napoli e Inter. A proposito della squadra nerazzurra e della sua filosofia tendente più al pragmatismo che allo spettacolo, il Pallone d'oro 2006 si spende in difesa di Antonio Conte: "Alla fine contano i risultati, un allenatore deve rispondere di quelli. Certo, ci sono varie filosofie, c’è chi prova a vincere proponendo un calcio offensivo, con un approccio più cauto. Ma poi, di che parliamo, l’Inter quanti gol ha fatto? Sessantanove? Ecco, come si fa a dire che è una squadra difensivista se segna così tanto? È come criticare Cristiano Ronaldo, come qualcuno ha fatto recentemente, sebbene il portoghese abbia già realizzato 25 gol in 27 partite. La verità è che il catenaccio non lo fa più nessuno, e che le partite si interpretano a seconda degli avversari e delle forze disponibili".

Converrà però che la 'Grande Bellezza' del calcio è altrove.
"Purtroppo non abbiamo più la forza di ingaggiare giovani di talento, preferiscono andare in Premier, in Spagna, o al Psg. Io ho fatto in tempo ad allenarmi con Maradona, a marcare campioni come Ronaldo, il Fenomeno, o Zidane. Negli anni 80 e 90 attiravamo il meglio del calcio mondiale. Ora non è più così e questo ci deve far pensare. Ma non buttiamoci giù. La cosa che mi fa sperare è che comunque abbiamo enormi margini di miglioramento, anche perché peggio di così non possiamo fare. Ci sono società che hanno la possibilità di costruirsi un proprio stadio e gestire entrate e risorse oltre i diritti televisivi. Come del resto fanno da tempo i più grandi club europei".

In conclusione, un ricordo di Diego Maradona.
"Diego è andato via troppo presto, un vuoto enorme. Ma ci ha lasciato anche tante cose belle, immagini fantastiche che mi porto dentro, da tifoso del Napoli e da amico".

Sezione: Focus / Data: Sab 17 aprile 2021 alle 08:43
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
vedi letture
Print