Cambiasso: "Non dimentichiamoci dei medici quando non saremo più nella merda"

Ospite della diretta serale sul profilo Instagram del giornalista Pierluigi Pardo, Esteban Cambiasso parla della sua quotidianità in questi tempi duri in cui il mondo sta combattendo il Coronavirus. "Io vivo questa situazione cercando di anticipare ai miei familiari in Argentina quello che abbiamo vissuto noi, loro hanno il vantaggio del tempo che spero sia di aiuto. Là hanno bloccato tutto molto prima, senza arrivare alla quantità di contagiati e morti che abbiamo avuto qui", esoridisce il Cuchu.

Come è Milano oggi?
"Oggi ne parlavo con un mio amico, io vivo in una via con molte macchine. Uscendo in giardino a giocare con i bambini, senti solo sirene di ambulanze: è una sensazione di tristezza assoluta. Andando al supermercato ti trovi spiazzato, una situazione da non augurare a nessuno; speriamo passi in fretta, anche se purtroppo contiamo le vittime con numeri stratosferici". 

Oggi c'è un giochino su Twitter che chiede chi è l'eroe che ti ha cambiato la vita: quale è il tuo?
"Io ero ancora piccolo quando Diego (Maradona dnr) ha fatto grandi cose per la Nazionale. Il mio primo Mondiale è stato Italia '90, là Caniggia e Diego sono stati fantastici. Poi per il percorso che ha fatto, vedendolo sin da piccolo, direi Redondo: lo sognavo di notte". 

Quando hai capito che saresti diventato importante?
"Non lo riesci mai a capire. Tu fai il tuo percorso, non ti fermi a pensare. Tuttora non è che lo penso, ho fatto ciò che dovevo fare e mi sono goduto la mia carriera. Ho avuto la fortuna di fare quello che mi piace; non me la sento di pensarmi come eroe quando in questo momento ci sono ospedali che lavorano h24. E la mia non è falsa modestia, noi facciamo divertire la gente. Sarà una nostra responsabilità non dimenticare i medici anche quando non saremo nella merda". 

Dieci anni dal Triplete: in tv passano le immagini storiche che esaltano i tifosi. 
"Se con poco li facciamo stare a casa e strappargli una gioia, ben venga".