Sono passati quarant'anni dal campionato 1979/80, quello che l'Inter vinse con Eugenio Bersellini in panchina e un gruppo formato da tanti elementi provenienti dal settore giovanile o comunque da tempo in squadra. Uno di questi era Ivano Bordon, in questi giorni in libreria con "In presa alta". Così il portiere ricorda quella grande annata dalle colonne di Tuttosport. "Una cavalcata trionfale, cominciata già alla prima giornata con un 2-0 in casa col Pescara - dice -. Siamo stati in testa da soli dalla quarta giornata fino all'ultima. Per me fu il secondo scudetto perché ebbi la fortuna di esordire in prima squadra nella stagione ’70-71, l’annata del precedente titolo dell’Inter. Grandi meriti li ebbe Bersellini che, oltre a una grande grinta, ci diede qualcosa di nuovo, aveva cambiato il modo di lavorare di tutti. Ma il segreto era il gruppo. Eravamo molto uniti tant’è vero che ancora oggi noi che abitiamo in Lombardia ci incontriamo una volta ogni due-tre mesi per ricordare i bei tempi. La gara decisiva? Penso sempre al derby, quello di andata vinto per 2-0 con doppietta di Beccalossi su un campo pesantissimo. Loro erano campioni d’Italia e noi vincemmo con merito. Ricordo anche una bella parata in tuffo all’indietro su colpo di testa di Collovati".

Quella squadra conserva due "primati": fu l'ultima interamente italiana a vincere il campionato ("un motivo di vanto, un vero orgoglio") e quella con il portiere imbattuto per più minuti nella storia interista: 686. "Sembra impossibile, ma sono passati quarant’anni e ancora resiste. Spero che ci riesca presto Handanovic, significherebbe che la squadra sta andando bene e compete per lo scudetto. Credo manchi poco, un paio di rinforzi, per raggiungere il livello della Juventus".

Tanti gli elogi per Handanovic, attuale portiere e capitano nerazzurro. "Gli auguro di aggiungere presto dei trofei alla sua bacheca. Credo mi assomigli molto. E’ tranquillo, non si agita, è un portiere che non fa cose fuori dal normale per emergere. Para, e questo conta. E poi è uno di poche parole come il sottoscritto. Chi al suo fianco l'anno prossimo? Io sono della vecchia scuola e per me il portiere titolare deve essere uno e basta. Il portiere è un ruolo particolare, la questione mentale è importantissima, il turnover può distogliere attenzione".

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Sezione: Focus / Data: Ven 20 marzo 2020 alle 11:43
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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