Beppe Bergomi torna ancora su Sky a parlare dello scudetto dell'Inter dei Record stagione 1988-1989. "Una vittoria straordinaria di un gruppo che diventò squadra strada facendo, crescendo dopo un primo periodo duro. I tedeschi ci diedero una mentalità vincente: Matthaeus e Brehme trasformarono quella squadra. Il derby d'andata, tre giorni dopo l'eliminazione dal Bayern in Coppa Uefa, fu il momento di svolta – ricorda Lo Zio –. Lì arrivo la vera consapevolezza, dopo aver fatto punti ma con fatica. Una cavalcata incredibile. All'inizio il Trap andò un po' in difficoltà. Il campionato iniziò dopo perché c'erano state le Olimpiadi di Seul e fummo subito eliminati dalla Coppa Italia. Grande motivatore, grande uomo".

"E non dimentichiamo Ramon Diaz. Lui ci coinvolgeva tutti, era una persona speciale. Poi Matteoli, che fu la svolta tattica, un po' come accadde con Pirlo: da trequartista a regista. Lui dava una sicurezza incredibile – ricorda ancora Bergomi –. Pellegrini? Grandissimo presidente, una di quelle persone che ti lasciano qualcosa. E ancora adesso, per lui, noi siamo i suoi ragazzi. Trasmetteva tanti valori. Noi lo conoscemmo prima da vicepresidente e poi come presidente. Doveva lottare contro un grande Milan e vinse anche in Europa dopo tanti anni. Presidenza sicuramente positiva".

E si passa anche a parlare dell'attualità. "Io so che a Conte la rosa dell'Inter non dispiace e farà rendere tutti al massimo. Poi è chiaro che vorrà alcuni giocatori. In Nazionale, per dire, non aveva tanto talento, ma ha sempre esaltato il collettivo. Leggo di Dzeko e Lukaku, gente che può consentire l'inserimento dei centrocampisti. Prenderanno Sensi e Barella. Pirlo mi ha detto che è lui il numero uno, siamo tutti curiosi. L'investimento forte è stato fatto su di lui".

La seconda maglia sarà verde Tiffany: si spezza col passato. "Io ho avuto un colloquio con Nike e ho chiesto lumi sulle scelte. Loro fanno ricerche e, se viene fuori questo colore, è sicuramente studiato. Mi dissero che la meno venduta di questi anni era quella che richiamava un po' la prima Coppa Uefa. I giovani forse non ricordano il passato e vanno sul presente".

"San Siro? Penso sia giusto costruire uno stadio nuovo, mantenendo la medesima zona. Nella vita ci si abitua a tutto – assicura Bergomi –. Le squadre di oggi hanno bisogno di uno stadio nuovo, l'ha dimostrato la Juventus. Spiace abbandonare San Siro, stadio con emozioni uniche, ma bisogna guardare al futuro".

VIDEO - LO SCUDETTO DEI RECORD '88/'89: LA CAVALCATA DI UNA SQUADRA STRAORDINARIA

Sezione: Focus / Data: Mar 25 giugno 2019 alle 16:58 / Fonte: Sky
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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