"Inter e Milan sono alle prese con l’ottovolante del “mercato di riparazione” e con la difficoltà aggiuntiva di una Uefa che attraverso il Fair play finanziario rischia di limitarne l’autonomia operativa. L’effetto potrebbe essere analogo per le due società meneghine per quanto le situazioni di partenza siano nettamente divergenti". E' quanto scrive, nel suo approfondimento per Goal.com, Marco Bellinazzo, giornalista de Il Sole 24 Ore, che poi entra nel merito del caso nerazzurro, analizzando quali potrebbero essere i passi mossi da Suning nel terreno sempre ricco di paletti preparato dalla Uefa anche per le stagioni a venire: "Per quanto riguarda l’Inter, dopo aver raggiunto il break even nella stagione 2016/2017 e in quella successiva, si trova a dover fare i conti con l’ultima tranche dei paletti imposti da Nyon attraverso il settlement agreement sottoscritto nel 2015 - si legge -. La Uefa ha chiarito infatti la scorsa primavera che per i nerazzurri 'resta in vigore il settlement fino a giugno 2019: permarranno restrizioni per la rosa delle competizioni europee a 22 giocatori, oltre alla necessità di mantenere un equilibrio tra i valori dei calciatori acquisiti e ceduti'. L’Inter ha anche raggiunto l’obiettivo di chiudere il bilancio al 30 giugno 2018 in pareggio realizzando plusvalenze per 45 milioni soprattutto grazie alla cessione di giovani promesse della primavera. Entro la fine dell’esercizio in corso al 30 giugno 2019 l’Inter non ha un obbligo discendente dal settlement di raggiungere il pareggio di bilancio e quindi non è costretto a fare determinate plusvalenze. Tuttavia la dirigenza si è imposta di perseguire anche quest’anno uno stretto equilibrio tra ricavi e costi per cominciare al meglio la prima stagione completamente libera dalle sanzioni Uefa. Dal 2018, in effetti, il regolamento Uefa dovrebbe prevedere una ulteriore restrizione sulle perdite ammissibili nel triennio: dopo la fase in cui erano ammessi 45 milioni e quella in cui si faceva riferimento a una soglia di tolleranza di 30 milioni triennali, ora dovrebbe scattare un monitoraggio più severo con l’obbligo per i club di chiudere i conti triennali a 0, salvo un deficit di 5 milioni ritenuto comunque perdonabile (su questa novità sarebbe peraltro auspicabile un chiarimento ulteriore della Uefa). Il bilancio dell’Inter nel 2017 si è chiuso con una perdita di 17 milioni (dopo le imposte) e con uno squilibrio strutturale di una cinquantina di milioni (tolte le plusvalenze). I conti del 2019 saranno più pesanti sul fronte dei costi per l’impatto dei nuovi acquisti e dei rinnovi contrattuali (Icardi in primis), ma si gioveranno degli introiti della Champions e dell’Europa League. Questi ultimi dipendono dal percorso che si farà nella seconda competizione continentale. Alla fine è probabile che ci sarà un rosso da colmare ricorrendo alle cessioni. Ma potrebbero bastare anche una ventina di milioni. Questo dovrebbe permettere all’ad Beppe Marotta di potersi muovere con una certa agilità sul mercato, senza più le ipoteche del “passato". 

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Sezione: Focus / Data: Mar 15 gennaio 2019 alle 12:58
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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