Il Ceo dell'InterAlessandro Antonello, è tra gli ospiti del Forum Sport & Business nella sede milanese del Sole 24 Ore all'interno del convegno "Nuovi impianti sportivi, nuovi format dell'entertainment e riqualificazione urbana", presenti lo stesso Antonello con Andrea Abodi (Presidente Istituto per il Credito Sportivo), Luca Fiorucci (CeoENGIE Program) e Patrizia Malatesta (Key Account Manager Pessina Costruzioni).

"Da un punto di vista meramente tecnico Milano potrebbe avere anche due stadi - dice Antonello - Se prendiamo Londra, anche se si tratta di una metropoli di dimensioni ben più ampie, ne ospita una decina. Oggi però siamo in un momento in cui è emerso lo spirito collaborativo dei due club, Inter e Milan. Non ci nascondiamo davanti alle difficoltà che ci sono state nell'ultimo anno, oggi ci sono le condizioni. La crescita dei club passa anche attraverso le infrastrutture. L'obiettivo è raccogliere entro fine dicembre le idee e poi farle diventare un progetto concreto. Si parla dell'area di San Siro, un'area importante che può essere riqualificata dal punto di vista urbano mettendo a disposizione della città una serie di servizi ancillari allo stadio fine a sé stesso. Voglio essere positivo perché è il momento in cui Milano, che vive uno slancio urbanistico e di crescita turistica ed economica, farebbe inserire un progetto così in maniera naturale e sarebbe ancor più attrattiva. Milan e Inter hanno gli stessi obiettivi: sul campo vinca sempre il migliore, ma è innegabile che due club così sono speculari per crescita economica".

Lo stadio potrebbe aiutare a ridurre la distanza di fatturato con società come Real Madrid e Barcellona. "Dobbiamo colmare - dice ancora Antonello - il gap con le grandi d'Europa, frutto di una storia recente che non ci ha permesso di stare al passo. I ricavi che si possono generare da una nuova infrastruttura rispetto a quella attuale sono molto significativi. Come Inter, nonostante i risultati degli ultimi anni e una struttura come il Meazza di oggi, abbiamo generato ottimi ricavi con una crescita media di tifosi alle partite di più del 15% anno su anno. La scorsa stagione abbiamo avuto una media di 57mila spettatori a partita, oggi puntiamo ai 60mila e in questo primo scorcio di campionato i dati ci danno ragione. Abbiamo infranto alcuni record storici d'incasso. L'anno scorso abbiamo fatto quello in Serie A con la Juventus, con il Barcellona abbiamo fatto quello riguardante l'Italia in generale, Champions compresa. San Siro, grazie anche ai lavori per la finale di Champions 2016, ha avuto un primo step di miglioramento con le sale hospitality che oggi hanno colmato minimamente un gap rispetto al benchmark europeo, rendendo lo stadio più accogliente all'interno. Resta il problema di avvicinamento alla struttura. La percentuale di hospitality rispetto al totale dello stadio è del 4-5%, il riferimento europeo si aggira attorno al 15-17%. Anche solo mettere a disposizione infrastrutture più accoglienti è generativo di ricavi per entrambi i club. Oggi si parla di fan experience e deve essere guidata dal momento in cui il tifoso esce di casa fino all'evento partita. Dobbiamo immaginare un percorso in cui i tifosi vengano accompagnati anche qualche giorno prima, nel caso di partite importanti, con dei contenuti digitali in grado di preparare il tifoso all'evento. Il giorno partita deve essere di accompagnamento, con tutte le informazioni che il tifoso si aspetta e che oggi non ha. Bisogna chiedersi che servizi hanno a disposizione dentro e fuori dallo stadio, la partita è solo il momento culminante. Si può pensare anche a fermare i tifosi nel post-gara con eventi d'intrattenimento. Bisogna allinearsi agli standard europei".

Nodo centrale, come già anticipato da Antonello, è quello della fan experience. "Il tavolo si è aperto in maniera concreta con due protagonisti, Inter e Milan, più un'amministrazione comunale assolutamente recettiva e che negli ultimi anni ha dato una risposta alla città per cui noi stessi crediamo di poter avere un loro supporto che ci avvantaggerà rispetto ad altre città in cui l'iter burocratico è più complesso - dice ancora il Ceo nerazzurro -. Abbiamo percepito la volontà di gettarsi in questa agenda, i punti focali sono i tempi dell'agenda e chi fa cosa. Vi posso garantire che, pur in maniera non semplice, i tre attori al tavolo hanno il medesimo obiettivo e modus operandi. Ci auguriamo ci siano tempi veloci. Rispetto alla nostra vision, l'idea è quella di avere uno stadio accogliente non solo per la partita ma anche rispetto al percorso dei tifosi. E' fondamentale che quelli che consideriamo i nostri clienti siano soddisfatti. Al di là del seggiolino riscaldato immaginiamo che il tifoso possa ordinare da mangiare attraverso una app, così come una maglietta personalizzata del giocatore, magari il migliore di quella sera, per farsela consegnare a fine gara o al negozio. Sono cose che già avvengono altrove. Immaginiamo un luogo in cui passare del tempo con la famiglia, o comunque a godersi uno spettacolo. Ci sono attori specializzati che ci aiuteranno in questo, ma ripeto che quello da cui dobbiamo smarcarci è l'idea, magari molto 'milanese', di arrivare 10' prima o anche uscire 10' prima. Quest'anno a Milano, per le partite che abbiamo avuto, non è stata una grande idea... (risate in sala, ndr). L'idea non deve essere uscire prima perché c'è traffico o non ci sono i mezzi. Dobbiamo destagionalizzare i risultati sportivi. Non siamo più un club che pensa solo al risultato, dobbiamo essere autosufficienti e dare una crescita organica al club indipendente da questo. Lo stadio è fondamentale per lo sviluppo dei club".

Sezione: Focus / Data: Mer 14 novembre 2018 alle 12:23
Autore: Mattia Todisco
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