Dopo il brutto episodio di sabato che ha visto Adrian Mutu aggredire un cameriere rompendogli il setto nasale, in un locale notturno di Firenze, l'attaccante romeno rende pubbliche le sue scuse e il suo pentimento dopo l'accaduto, esprimendo il suo dispiacere in una nota affidata all'Ansa.

"Voglio porgere le mie scuse più sincere e profonde alla proprietà, alla società, allo staff tecnico, ai miei compagni e a tutta la tifoseria. - esordisce l'ex nerazzurro - Mi rendo conto che quanto accaduto non sarebbe mai dovuto accadere. Non mi perdono di essermi lasciato coinvolgere stupidamente in una lite dalla quale, invece, avrei dovuto rifuggire, tanto più in considerazione del fatto che trascorrevo una serata in compagnia di amici venuti appositamente dalla Romania per festeggiare la loro figlia che il giorno dopo avrei battezzato in una Chiesa Ortodossa di Firenze".

Mutu ammette l'errore commesso e spiega: "Si trattava dell’ultima sera di libera uscita prima del mio completo ritorno a disposizione della squadra, dopo 10 mesi di inferno vissuti ai margini e, anche per questo, mi pento amaramente di quanto è successo".

Il giocatore si mostra alquanto amareggiato, anche perché consapevole delle ripercussioni che l'episodio avrebbe potuto portare alla sua squadra, nell'incontro di domenica, ma "loro - continua Mutu - sono riusciti lo stesso a portare a casa tre punti fondamentali per la nostra classifica, vincendo col Bari". 

Affranto ma voglioso di tornare a giocare con la maglia Fiorentina: "Ora non mi resta che concentrarmi sul campo. La squalifica, finalmente, è finita e io voglio dare davvero tutto me stesso per questi colori, questa proprietà e questa società che tanto mi hanno dato sempre. Confido nella comprensione di tutti", conclude l'attaccante.

Per l'allenatore della Fiorentina, Sinisa Mihajlović, è tutta acqua passata: "Devo attenermi alle scelte della società, - ha dichiarato il serbo - ma io e la squadra lo vogliamo con noi e siamo tutti con lui."

Poi il tecnico viola confessa di aver avuto anche lui un temperamento simile a quello di Mutu, nei suoi trascorsi da giocatore: "Anch'io ne ho combinate fuori dal campo, - ammette Mihajlović - è successo a Roma, in piazza di Spagna, presi per il collo un tassista. E qui, allo stadio Franchi, quando giocavo nell'Inter detti uno schiaffo ad un uomo sui 60 anni. Ero in tribuna perché non stavo bene e per tutto il primo tempo quell' uomo mi insultò chiamandomi zingaro, ma un poliziotto che era lì non intervenne. Nell'intervallo reagii con uno schiaffo. A quel punto il poliziotto intervenne per dirmi che non dovevo reagire in quel modo e io gli chiesi perché non avesse impedito a quell'uomo di rivolgermi insulti razzisti".

Sezione: Ex nerazzurri / Data: Lun 25 ottobre 2010 alle 22:21
Autore: Daniele Alfieri
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