Il Fair-Play Finanziario sta condizionando il mercato di tutti i club europei e, in particolare, quell odell'Inter. La crisi economica dettata dal calo mondiale ha intaccato anche il mondo del calcio e per fare maggiore luce sulla questione abbiamo rivolto qualche domanda a Marcel Vulpis, direttore di Sporteconomy e grandissimo esperto di calcio e finanza. Sceicchi, Moratti, calciomercato: Vulpis ci aiuta a chiarire alcune questioni un po' troppo nebulose.


Marcel, come giudichi le parole di Platini avverso i club italiani e in difesa degli sceicchi di Psg e City?
I club italiani non brillano per "simpatia" all'estero. Da Italia '90 a oggi abbiamo fatto di tutto a livello dirigenziale per non farci rispettare. Purtroppo è la triste verità. Al di là delle belle parole o delle frasi di circostanza, i nostri club non sono per nulla amati e quando non si qualificano per le fasi preliminari o per quelle finali nessuno si straccia le vesti. Certamente qualche conflitto di interesse, se guardiamo alla presenza del figlio di Platini all'interno del PSG, c'è, ma ne abbiamo fatte taltmente tante (l'ultima è stata Calciopoli) che non possiamo permetterci di mettere gli altri all'indice.

Davvero la Uefa rinuncerà in futuro nelle sue competizioni a così tante big 'in rosso' o si troveranno scappatoie come quella di "valutare la tendeza seppur in stato di deficit"?
Credo che il progetto sul fair play possa essere un bello stimolo per ripartire da zero e rendere più competitivio tutti i campionati europei. Il problema vero è che molti presidenti di top club continuano a comportarsi come se le regole del fair play non esistessero.

Perché i tifosi dell'Inter hanno la sgradevole sensazione che solo Moratti, in Italia, stia rispettando il FPF?
Come sono arrivati ad avere questa certezza? A me sembra piuttosto il contrario, almeno per adesso. Il bilancio dell'Inter è tutto da rimodellare. Crederò a questa tesi quando l'Inter avrà abbassato del 40% il monte ingaggi dei suoi calciatori a livello stagionale.

Dal punto di vista dei tifosi, rientrare nei regimi del FPF non serve a nulla se poi, sul campo, non arrivi nemmeno ai preliminari di Champions. Cedere Eto'o e Motta in un solo anno... Basterà rinunciare al mercato da top-club per risollevare le casse?
No, bisognerà parallelamente lavorare sulla leva dei ricavi. Quelli dei club italiani, ad eccezione del Milan che si è affidato a una agenzia internazionale di sports-marketing (Infront), sono in calo.

Cosa manca al calcio italiano per tornare ai livelli di un tempo? E' un problema solo calcistico o coinvolge, più in generale, il sistema-Italia?
Mancano gli investitori esteri, la liquidità di cassa, un progetto di rilancio globale in ambito sportivo, una maggiore managerialità all'interno delle aziende calcio, l'attenzione ai costi derivanti dagli ingaggi dei calciatori. Sicuramente il Paese sta attraversando il periodo peggiore della propria storia e questo impatta su tutti i settori, incluso quello calcistico.

Sezione: Esclusive / Data: Ven 10 febbraio 2012 alle 08:30
Autore: Alessandro Cavasinni
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