Dopo la trafila nelle giovanili dell’Inter, Franco Vezzoni prova a spiccare il volo tra i professionisti. L’argentino, in prestito alla Pro Patria, intervistato in esclusiva da FcInterNews, si apre a 360°.
Come procede la sua avventura in Lega Pro?
“Bene, per la prima esperienza tra i grandi. Cerco di guardare i giocatori più esperti e di imparare da loro. Piano piano spero di ritagliarmi uno spazio importante”.
Quale è l’obiettivo della squadra? E quale il suo personale?
“Una salvezza tranquilla, anche se si può puntare in alto perché abbiamo una bella rosa, un bel gruppo: penso si possa fare molto bene. Per quello che mi riguarda, dopo l’infortunio subito, che mi ha tenuto lontano dai campi per due mesi, spero di riprendermi fisicamente, avere minuti e poter aiutare così i miei compagni. Per ora ho giocato qualche spezzone di gara, l’importante è riprendere anche dal punto di vista mentale Mi sento molto meglio adesso”.
Quali sono le differenze tra Primavera e calcio professionistico?
“Nelle giovanili forse sei un po’ più tranquillo. Qui lotti per un obiettivo in modo diverso e mi piace tanto perché è un qualcosa da raggiungere con tutta la squadra. Poi c’è un altro tipo di calcio, devi essere molto cattivo, si gioca più velocemente: infatti sto cercando di abituarmi”.
Anche alla Primavera dell’Inter però c’era pressione?
“In Under 17 sei più tranquillo, ma già in Primavera c’erano obiettivi specifici. Poi se militi per l’Inter, vuoi provare a vincere tutto”.
Resta l’amaro in bocca per la sconfitta contro l’Empoli?
“Sì, tanto. È stata la partita più mi ha fatto male della mia vita. Giocammo un bel primo tempo, peccato per il gol all’ultimo minuto. Meritavamo di più e resto del parere che qualora fossimo arrivati in finale, avremmo vinto. Adesso voltiamo pagina e ricordiamo di aver dato il massimo”.
Lei è arrivato in Italia da centrale di centrocampo, poi è stato spostato in fascia.
“Giocavo mediano o mezzala, poi mister Madonna mi ha messo come quinto a destra e successivamente anche a sinistra, ho fatto bene e ho proseguito in quel ruolo. Io ora sono disponibile a giocare in qualsiasi posizione, l’importante è giocare e crescere”.
Quanto è stato importante Zanetti?
“Lui è fondamentale per tutti, non solo per i sudamericani. Per me è una persona speciale, troppo brava e troppo umile. È la storia dell’Inter e da Javier si impara sempre”.
Che consigli le dava?
“Ci parlavo tanto. Mi diceva di allenarmi sempre al massimo, poi quando non giocavo mi spronava a non abbattermi e mi diceva: ‘Tranquillo, arriverà la tua opportunità’. E così è stato. A volte con Pupi, insieme a Carboni e Satriano, parlavamo della nostra Argentina”.
A proposito di Satriano, lui ora è in prima squadra.
“Sono troppo contento per Martin: è un grande amico e se lo merita. È un giocatore fortissimo, oltre che un ragazzo splendido. Ha questa garra che rappresenta pure me. So da dove viene, quello che ha passato e speriamo migliori e arrivi sempre più lontano”.
Discorso simile per Carboni.
“Assolutamente. Sono tre fratelli fortissimi, stanno facendo bene. Franco si sta allenando spesso anche con la prima squadra e i risultati in campo si vedono. Anche lui è un grande amico e gli auguro il meglio”.
C’è un suo ex compagno in Primavera che è sicuro possa fare strada e sfondare?
“Ci sarebbero da fare più nomi, eravamo una bella squadra. Le dico Stankovic e Oristanio, che hanno qualità per arrivare in alto. Kinkoue per via della stazza faceva la differenza. Casadei sta facendo bene e potrà dare tanto”.
Perché lei ha scelto la Lega Pro e non l’estero?
“Abbiamo preso questa decisione col mio procuratore. All’inizio ero indeciso. A me piace l’Italia, sono qui da anni, è come se fosse casa mia. E so che facendo bene con la Pro Patria si possono aprire tante porte. Ci sono prospettive interessanti”.
Come è stato allenarsi con la prima squadra dell’Inter?
“Il massimo. C’erano Lautaro, Hakimi, Lukaku. Cercavo di guardare e imparare da ognuno di loro, un’esperienza bellissima, che porterò sempre con me”.
C’era un giocatore che l’ha particolarmente colpita?
“Sono tutti mostri (ride, ndr). Andavano tutti a mille. Se devo sceglierne uno dico Lautaro: ha fatto e sta facendo la differenza all’Inter e con la Nazionale. E a me piaceva tantissimo Sensi, tecnicamente è di un livello altissimo, di qualità assoluta. Mentre Conte trasmetteva tanto in allenamento, una passione incredibile”.
Ha sperato di esordire viste le sue tre panchine?
“Quando sei lì qualsiasi ragazzo ci spera. Ma per me era già tanto essere lì. Sarebbe stato bello giocare. Diciamo che resta il sogno di tornare per indossare la maglia della prima squadra dell’Inter. Ma adesso devo pensare alla Pro Patria, a dare il massimo e a migliorare. C’è tanta strada da percorrere”.
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