C’è davvero poca matematica nel calcio, e molto dipende anche dal caso, inteso come destini che si incrociano e operazioni insperate che, nel giro di un pomeriggio, trovano soluzione o annate che si raddrizzano grazie ad una buona prestazione.

Ed è un vero dilemma quello che un giovane nerazzurro che milita nella Primavera (così come tutti gli altri che giocano nelle giovanili di tutte le altre squadre) si trova a fronteggiare. Perché, appunto, giocare con i pari età in tornei dilettantistici come quello Primavera non è lontanamente paragonabile nemmeno ad una bassa Lega Pro, laddove non tanto è duro l’allenamento, quanto il terreno di gioco, dove bisogna andare a strappare letteralmente lo stipendio o guadagnarsi con sudore una maglia da titolare.

Ed è questo un po’ il grido di dolore che FcInterNews.it ha registrato andando ad intervistare più di qualche addetto ai lavori e agente di giovani promesse. Cosa scegliere per loro? Quale futuro? Meglio una serie A, una piccola-media squadra dove guardare dalla panchina, se non dalla tribuna, giocare gli altri, o accettare – rischiando… – di scendere nella serie cadetta, maturare, confrontarsi con un calcio diverso? E qui gli esempi si sprecano.

Giulio Donati a Lecce e Mattia Destro al Genoa sono, ad esempio, due ragazzi che possono dire di essere sopravvissuti. Le loro presenze le hanno fatte e, come logico, hanno vissuto lunghi periodi in naftalina, prima di vedere la panchina e poi il campo.

Ma per due che ce l’hanno fatta, c’è da registrare ad esempio il mezzo flop di Alen Stevanovic, che non è riuscito a mantenere una categoria come la serie B a Torino. E tanti altri esempi posso farsi, basti pensare a Antonio Esposito al Padova quest’anno o Andrea Mei lo scorso anno al Crotone (anche se il centrale di Urbino è protagonista in positivo col Piacenza quest'anno).

Insomma, la vita del giovane nerazzurro in giro per l’Italia a maturare non è affatto semplice, e il fatto di aver avuto una prestigiosa militanza in uno dei settori giovanili tra i più rinomati al mondo non basta e non è sufficiente. Alla fine, quello che conta, è il campo.

Occhio dunque alle prossime partenze e buona fortuna, e buona scelta, ai vari Simone Dell’Agnello, Sebastian Carlsen, Felice Natalino, Lorenzo Crisetig, tutti ragazzi pronti a fare le valigie per il prossimo anno sportivo 2011-2012.

 

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Sezione: Esclusive / Data: Mar 05 aprile 2011 alle 16:40
Autore: Giuseppe Granieri
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