Nonostante le ultime indiscrezioni, la temperatura indicata dal termometro nerazzurro in merito a Sandro Tonali non è particolarmente alta. Il centrocampista 20enne, una delle più liete sorprese di questa stagione non ancora conclusa, è molto corteggiato sia in Italia (Juventus e Milan) sia all'estero (Barcellona e Paris Saint-Germain) e sicuramente piace anche all'Inter. Ma le cronache di questi giorni non evidenziano alcuna accelerazione da viale della Liberazione a Milano, né da altre sedi. 

Tonali sarebbe anche un profilo ideale per la strategia di Suning: giovane ma già rodato in Serie A e in Nazionale e con ampi margini di crescita. C'è però un problema non da poco: non sarebbe un grande affare dal punto di vista economico, perché il Brescia non arretra sulla valutazione che sfiora i 60 milioni di euro cash. Cifra improponibile per un classe 2000 ancora da svezzare in un contesto finanziario che non prevede scommesse. Come sottolineato nelle scorse settimane (LEGGI QUI), la dirigenza nerazzurra non valuta Tonali così tanto. Ed è un pensiero condiviso anche da altri club, il che spiega la situazione di stallo intorno al baby talento di Lodi fresco 20enne. Magari l'operazione sarebbe fattibile inserendo una o più contropartite, ma ancora le Rondinelle non hanno aperto a questa soluzione.

Non è però solo una questione economica a frenare l'Inter sul gioiello del Brescia. Dietro lo stallo c'è anche una perplessità di natura tattica. Tonali è un regista in grado di alternarsi con Marcelo Brozovic davanti alla difesa, oppure è una mezzala? Il diretto interessato in tempi non sospetti più che a un Andrea Pirlo si era paragonato a un Rino Gattuso, tipologie molto distanti tra loro. Eppure in campo ha sempre dato l'idea di poter interpretare il ruolo di metodista davanti alla difesa in modo naturale. Da non sottovalutare comunque il fatto che abbia spesso agito anche da mezzala, inserendosi in zona offensiva. Ed è questo il cruccio principale in casa nerazzurra: qual è il ruolo ideale di Tonali? Ad oggi non sembra un regista puro, bisognerebbe lavorarci. Ma se istintivamente fosse una mezzala, l'Inter di certo non ne avrebbe bisogno. Avendo in rosa già Nicolò Barella, in procinto di riscattare Stefano Sensi e con Christian Eriksen che dovrebbe entrare nell'undici titolare in pianta stabile (senza dimenticare la presenza in rosa anche di Roberto Gagliardini e Matias Vecino), il ruolo è ampiamente coperto. C'è il rischio, insomma, che più di un vice Brozovic che sostituirebbe idealmente il partente Borja Valero, alla fine ci si ritrovi in casa un altro interno di centrocampo. Un po' come accaduto la scorsa estate con Sensi, arrivato da regista ma subito adattato a un ruolo più adatto alle sue qualità e alle necessità di Conte. In altre parole, se proprio l'Inter volesse una nuova mezzala, andrebbe su un profilo di livello internazionale, non su un giovane emergente.

In tutto ciò, Tonali è sempre sul taccuino di Beppe Marotta e Piero Ausilio e non è escluso che l'interesse possa concretizzarsi più avanti. Lo stesso ragazzo gradirebbe non poco il trasferimento all'Inter, dove troverebbe un allenatore in grado di migliorarlo sotto tutti i punti di vista. Ma ad oggi non risultano svolte in tal senso, perché Massimo Cellino, presidente del Brescia, non vuole svalutare il suo asset e la strategia nerazzurra oggi non prevede un simile investimento in una fase economica in cui ogni euro va soppesato nel modo giusto e ci sono altri ruoli da rinforzare.

Sezione: Esclusive / Data: Lun 11 maggio 2020 alle 15:40
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
vedi letture
Print