Silenzioso, umile e di poche parole, ma allo stesso tempo decisivo. 'Zampata' sempre presente, contro tutti. Tante le vittime durante le sei stagioni con la maglia dell'Inter, con squadre medio-piccole e big costrette a inchinarsi davanti ai suoi colpi. Come non ricordare quel match di Champions League quando mise la firma nello storico 3-0 esterno di 'Highbury' contro l'Arsenal, oppure il 'timbro' nel derby 2007 vinto in rimonta dopo il vantaggio di Ronaldo. Momenti, perle, istantanee storiche. Come la quattro reti messe a segno tra 'Delle Alpi' e 'Olimpico', divise in tre capitoli. Campionato 2003-2004, vittoria esterna per 3-1 grazie anche alla sua doppietta, e stagione successiva da copia-incolla: 0-1 di misura con la sua 'inzuccata' da cecchino. Senza dimenticare il gol nel pareggio datato 4 novembre 2011 (da aggiungere anche un rigore in Coppa Italia). In panchina c'era Roberto Mancini, che oggi spera di ripartire... proprio da quegli 'scatti'.
Per rivivere quei momenti e per parlare dell'attualità nerazzurra FcInterNews ha intervistato un uomo che a Milano ha vinto 4 Scudetti, 2 Coppe Italia e 3 Supercoppe italiane. Parola a El Jardinero, riflettori su Julio Ricardo Cruz.
Juventus-Inter è una classica del calcio italiano e tu sei stato protagonista assoluto nelle vittorie del 2003-2004 e del 2004-2005. Considerando la prima parte di stagione e gli ultimi risultati in particolare, come arrivano i nerazzurri a questo appuntamento?
"È il derby d'Italia, un match molto speciale sentito da tutti. La Juventus sta facendo bene, ha sicurezza e molte certezze, mentre l'Inter ha da poco cambiato allenatore. La società ha scelto un uomo che conosce benissimo l'ambiente, e che ora sta cercando di rimettere le cose al proprio posto. I bianconeri stanno meglio, ma è sempre una partita speciale, che esula da ogni pronostico. Speriamo che l'Inter possa fare bene come fece la nostra squadra in passato".
Esonerare Walter Mazzarri e richiamare Roberto Mancini è stata la scelta giusta?
"Quando viene esonerato un tecnico non è mai una cosa bella, per nessuno. Questa è la premessa, ma in squadre importanti come l'Inter tutti vogliono sempre qualcosa in più, a partire dai tifosi fino ad arrivare al presidente. Con Mazzarri non è stato raccolto tanto, e mi dispiace per lui, ma allo stesso tempo mi fa piacere che sia tornato Roberto. A Milano ha fatto benissimo garantendo al club quel salto di qualità importante dopo tanti anni in cui non si vinceva nulla".
Che ricordo hai del tecnico durante i tuoi anni all'Inter?
"Ha fatto un grandissimo lavoro, scegliendo quei giocatori capaci di indossare alla perfezione la maglia dell'Inter. Posso dire che è andato tutto benissimo e dopo un lungo periodo abbiamo vinto campionati e coppe. Oggi il momento è differente e complicato, ma anche nel 2004 non mancavano le difficoltà: l'aria era molto 'pesante' e non si vinceva nulla da tanto. Oggi abbiamo un club che non raccoglie da diversi anni, ma il lavoro di Mancini pagherà. Non ha tanto tempo per lavorare, questo è vero, ma lo conosco e la sua mentalità sarà una garanzia. Riesce a far diventare vincenti i propri giocatori. La speranza è che la partita contro la Juventus possa regalare tantissima gioia ai tifosi interisti".
Juventus-Inter 29.11.03 e Juventus-Inter 6.01.15: a distanza di tanti anni la situazione delle due squadre sembra abbastanza simile. Da una parte una favorita e dall'altra un gruppo reduce da un periodo di difficoltà. Secondo te possono essere paragonate le due 'vigilie'?
"Voglio dire due cose. Noi arrivavamo a Torino dopo un periodo particolarmente difficile, avendo cambiato anche allenatore (dopo Cuper, ecco Zaccheroni, ndr). Era un momento strano, e in più l'Inter non raccoglieva 'bottino pieno' a Torino da tantissimi anni. La nostra squadra era però composta da un gruppo importante di argentini, c'era affiatamento tra di noi e sapevamo che quella era una grande occasione per rimanere nella storia del club. Per fortuna ci siamo riusciti vincendo 3-1. La Juventus era molto forte, ma noi abbiamo fatto la nostra partita. Oggi il gruppo di Allegri sta bene, ma spero che i giocatori dell'Inter possano avere la stessa nostra carica".
Da ex grande attaccante vorrei chiedere un commento sugli effettivi del reparto d'attacco, arricchito dall'ultimo arrivato Podolski.
"Il campione del mondo tedesco è conosciuto da tutti. Ha dimostrato le proprie qualità nelle grandi squadre in cui ha giocato, così come in Nazionale. È un grandissimo giocatore, ma voglio fare una precisazione: il calcio italiano non è facile per nessuno e occorre tempo per potersi adattare al massimo. Credo però che lui possa far bene, si deve abituare ai nuovi compagni e all'allenatore, ma poi la strada sarà in discea. Per quanto riguarda Osvaldo e Icardi, reputo entrambi dei grandissimi giocatori. Mauro lo sta dimostrando, anche se la strada è ancora lunghissima essendo molto giovane. Deve tenere sempre a mente che non tutti hanno la possibilità di giocare nell'Inter alla sua età, il club sta puntato su di lui, ma la fiducia è ripagata. Pablo invece ha esperienza, ha giocato in diverse squadre e conosce molto bene il calcio italiano. Speriamo possa ripartire alla grande per il bene dell'Inter, non è facile imporsi in questa piazza".
Un pregio e un difetto, se mai esistesse, di Mancini: cosa risponde Julio Ricardo Cruz?
"Ho vissuto tanti anni con Roberto. All'inizio non mi faceva giocare tanto, ma è normale che gli allenatori puntino maggiormente sugli elementi che conoscono di più. I primi tempi giocavo pochissimo, ma nel tempo ho dimostrato di poter essere importante nella sua squadra. Alla fine Mancini aveva molta fiducia in me. Il nostro gruppo è poi riuscito a capire alla perfezione le sue idee e abbiamo creato quell'intesa che ci ha permesso di essere vincenti nel tempo. Un'altra cosa che ricordo con piacere è il suo staff: Orsi, Sala, Marcolin e gli altri. Mancini ha scelto il gruppo di collaboratori ideale, e queste persone avevano con noi giocatori un rapporto ottimo. I nostri successi partivano anche da qui. Sapevamo quello che dovevamo fare. Mancio lavora benissimo, i numeri e la storia parlano per lui. A Manchester ha vinto dopo tanti anno il campionato, così come all'Inter. Ovunque va Roberto lascia il segno".
Contro la Juventus a Mancini servirebbe molto Cruz, la 'bestia nera' dei bianconeri...
"(Ride, ndr). Sai cosa mi fa enormemente piacere? L'affetto e il ricordo dei tifosi. La gente non si dimentica dei miei gol, di queste partite e di quanto ho dato a questa società. Ho sempre cercato di dare tutto, sia contro le grandi squadre che contro le medio-piccole. Indossando il nerazzurro per me erano tutte partite storiche, non solo quelle contro Roma, Lazio, Milan e Juventus. Dopo tanti anni stiamo parlando ancora di quelle sfide, potendo tornare indietro nel tempo mi piacerebbe tantissimo avere la possibilità di giocare nuovamente quei match. I tifosi ti incitano sempre, l'adrenalina e la carica che creavano quei momenti restano unici".
In conclusione, un saluto pubblico e un messaggio, rispettivamente, a Mancini e Icardi. Considerando che il giovane argentino martedì si troverà di fronte lo stesso portiere che colpisti tanti anni fa.
"Mando un grosso 'in bocca al lupo' sia a Roberto che alla squadra. Auguro al tecnico di lasciare il segno, proprio come fece dieci anni fa, ma sono sicuro che ci riuscirà. Per quanto riguarda Mauro, deve sapere che questo è un match molto sentito. Non solo per i tifosi italiani, ma per tutto il mondo. Se lui sarà conscio di tutto questo, con la convinzione di poter fare bene, penso che con le sue qualità e la sua bravura potrà fare male alla Juventus. In campo deve essere tranquillo e 'cattivo' allo stesso tempo, con la testa dovrà essere calmo e freddo davanti alla porta. Questo occorre in partite del genere".
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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