Il momento dell’Inter e del suo allenatore, ma anche i ricordi e i sogni legati al suo tifo nerazzurro di un tifoso doc. A dieci giorni dal derby della Madunina, FcInterNews.it ha avuto il piacere di intervistare uno dei talenti emergenti del nuoto italiano: parliamo di Gabriele Detti, 20enne livornese balzato agli onori delle cronache quest’estate grazie ai due bronzi ottenuti ai recenti Europei di Berlino sulle distanze degli 800 e dei 1500 stile libero. Detti, tifoso nerazzurro da sempre, intervenuto all'Open Day organizzato a Milano da Arena per la presentazione della collezione swimwear Primavera-Estate 2015, si confessa ai nostri microfoni dando anche il suo punto di vista sull’attuale situazione della sua squadra.
Gabriele, partiamo facendo, e uso un termine natatorio, un tuffo nel passato: da dove nasce questa tua passione per l’Inter?
“È una passione di famiglia, ma solo sotto certi aspetti, considerando che mio padre tifa Juve e mia madre è milanista. Da parte di mamma, però, ho nonno, uno zio e un cugino che sono interisti. Soprattutto mio cugino mi ha riempito di doni nerazzurri e quindi mi ha fatto diventare interista”.
Il tuo tifo nerazzurro ti è valso anche una doppia citazione da parte della società quando hai vinto le due medaglie di bronzo a Berlino. Come hai vissuto quel momento particolare?
“Ero felicissimo, un po’ per i risultati ottenuti in acqua un po’ perché avere le due citazioni dall’Inter vuol dire che pian piano il nuoto sta facendosi vedere. La gente sta cominciando a seguire questo sport, poi è bello sapere che da parte del club di cui sono tifoso c’è una risposta, vuol dire che anche loro seguono le nostre, tra virgolette, imprese”.
Parlando della situazione dell’Inter di oggi, come si spiega il fatto che a oltre dieci giornate dall’inizio campionato l’Inter, usando ancora termini a te noti, abbia una vasca di ritardo rispetto al gruppo di vertice?
“Non lo so… Io ogni settimana torno a casa a vedere coi miei amici della compagnia, l’80% dei quali sono interisti, nella speranza di riuscire a venir fuori da questo tunnel. Parlando da profano dello spogliatoio, io non credo che ci sia qualcosa contro l’allenatore; secondo me è proprio un problema forse psicologico, perché non è possibile che atleti come noi, che si allenano e sanno cos'è la fatica, non riescano a ottenere poi risultati come noi tifosi ci aspettiamo. Dopo essere usciti dall’anno d’oro del Triplete, è vero che José Mourinho li ha spremuti fino alla fine, però c’è stato anche un ricambio generazionale. Ma a distanza di quattro anni non si vede la fine di questo tunnel”.
Come ti schieri nei confronti di Walter Mazzarri, tecnico che tra l’altro è quasi tuo concittadino, ormai in rotta con la stragrande maggioranza della tifoseria nerazzurra?
“Parlando da sportivo: se nel gruppo dove mi alleno io, dove siamo 5-6 ragazzi, le cose in acqua non dovessero andare bene, la gente potrebbe dire che le colpe possono essere dell’allenatore sì, ma nella misura del 20%. Secondo me, la colpa principale sarebbe degli atleti, in questo caso dei giocatori. L’allenatore è quello che ti dà gli schemi, ti fa allenare, fa tutto quel che può per farti stare bene. Ma una volta in campo o sui blocchi di partenza, alla fine, c’è l’atleta. Quindi, in sostanza, è principalmente colpa o merito degli atleti”.
A proposito dei giocatori, c’è qualche elemento che ti sta sorprendendo per rendimento e altri che invece ti stanno deludendo?
“Io ho una passione per Mauro Icardi, ce l’ho anche come sfondo del telefonino (con foto dell’esultanza a Marassi al primo gol dell’ultimo Sampdoria-Inter, ndr); poi c’è anche Mateo Kovacic, che ha 20 anni come me. Chi ha fatto poco per la squadra per me è stato Hernanes, che sembrava a gennaio dover cambiare tutto ma ad oggi non mi sembra abbia fatto granché. E poi Nemanja Vidic, che è stato osannato al suo arrivo; la Premier e la Serie A sono campionati completamente diversi, però per il momento non mi sta entusiasmando”.
La tua idea su Erick Thohir?
“Possiamo dire poco, al momento; lasciamolo lavorare con calma e vediamo se la promessa che ha fatto ai tifosi di riportare l’Inter al top nel giro di 4-5 anni sarà mantenuta”.
C’è rammarico, da tifoso, per l’addio di Massimo Moratti alla presidenza onoraria?
“Molto, perché Moratti ha fatto la storia dell’Inter negli ultimi 18 anni. Già mi è dispiaciuto il cambio di presidenza, il fatto che abbia lasciato definitivamente è un dispiacere enorme. Tutto ciò che ha fatto l’Inter negli ultimi anni è avvenuto grazie a lui”.
Ci sono giocatori che consiglieresti alla società per il mercato anche di gennaio? Puoi fare nomi di sogni e di obiettivi più realistici.
“Sempre restando in ambito di ricambio generazionale, guarderei a gente giovane. Parlando di sogni, farei i nomi di Oscar o Eden Hazard del Chelsea o Mario Götze del Bayern Monaco; però questi sono sogni al momento irrealizzabili per l’Inter. Però qualche giocatore giovane io lo comincerei a guardare, ci sono tanti elementi forti. E anche in casa ci sono, ad esempio i vari Samuele Longo e Daniel Bessa, giocatori ora in prestito ma che una volta cresciuti possono diventare devastanti. Senza dimenticare il mio concittadino Francesco Bardi, che secondo me può diventare un grande portiere. Anzi, lo è già”.
Parlando del derby, che tipo di partita ci aspetta secondo te?
“Partiamo dal presupposto che io il derby volevo vederlo, però è a ridosso della partenza per i Mondiali, quindi per impegni vari è saltato. Inter e Milan non hanno iniziato come ci si poteva aspettare, ora forse il Milan si è ripreso un po’ di più. Comunque, sono due delle tre squadre più forti in Italia per la storia, vederle così fa male al calcio italiano, è impossibile vedere due formazioni con organici del genere così in difficoltà. Speriamo di riuscire a strappare qualcosa di buono, vedendo le ultime partite si vede come l’Inter parta forte ma poi cali nel secondo tempo. Qualcosa dovremmo fare, anche un gol subito e poi il catenaccio e ripartenza come faceva il buon José”.
Ti vuoi sbilanciare su un pronostico?
“Come ogni interista spero di vincere, speriamo bene”.
Dovendo scegliere, nel 2016 preferiresti ottenere una medaglia alle Olimpiadi di Rio de Janeiro o un titolo per l’Inter?
“Dico medaglia a Rio, non me ne voglia l’Inter… Anzi, facciamo così: prima tutti insieme a Milano per vedere la finale di Champions e l’Inter vincere. E poi andiamo a prendere la medaglia ai Giochi”.
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