"​Gabriele Oriali torna all'Inter nel ruolo di First Team Technical Manager, che ricoprirà a partire dal primo luglio 2019". Il comunicato ufficiale pubblicato dall'Inter alle ore 19.15 del 27 giugno è una boccata d'ossigeno puro per chi, negli ultimi mesi, ha fatto fatica a digerire le scelte di Suning di portare sulla sponda nerazzurra del Naviglio gli ex nemici storici, Giuseppe Marotta ed Antonio Conte. Dopo la nota - emotivamente - stonata dell'arrivo a Milano dei due vecchi bianconeri in dirigenza e in panchina (entrambi assoluti professionisti nei rispettivi ruoli, come ampiamente dimostrato nel corso degli anni), ecco il ritorno a casa di chi incarna davvero i principi della Beneamata. Un messaggio chiaro da parte della proprietà, vogliosa di creare un filo limpido e diretto che colleghi il campo alla scrivania. Con un uomo che ha sempre avuto come obiettivo primario quello di mettere il bene dell'Inter davanti a tutto e che da domani avrà ufficialmente - tra gli altri - il compito di evitare il generarsi di scomodi casi interni che possano destabilizzare l'ambiente a stagione in corso (come avvenuto nell'ultima annata milanese di Luciano Spalletti), fungendo da collante e da tramite tra spogliatoio e società. 

Lele Oriali è l'uomo giusto perché ha sul groppone ben ventotto anni in nerazzurro. Una vita al servizio del Biscione. "La connessione tra Gabriele Oriali e l'Inter è naturale e indissolubile. Un viaggio iniziato nel 1965, quando, 13enne, fece il suo ingresso nel nostro Settore Giovanile - ricordava l'Inter nel comunicato di annuncio, ripercorrendo i progressi del Lele interista -. Da lì la scalata, il debutto in prima squadra a 17 anni, due Scudetti, due Coppe Italia, un totale di 392 partite con la nostra maglia e 43 gol. Mediano, ma tuttofare. Indispensabile anche per la Nazionale, con cui diventò Campione del Mondo nel glorioso Mundial dell'82". Per poi esaltarne i valori morali, su cui il club ha intenzione di fare leva per l'immediato avvenire: "Sacrifici, rinunce e passione: la ricetta per ottenere risultati, il leitmotiv di Oriali, che Gianni Brera ribattezzò Piper, vivace come lo champagne. Caratteristiche mai sopite anche dopo il ritiro dal calcio giocato. Oriali, dopo Bologna e Parma, è tornato in nerazzurro nel 1999, nello staff dirigenziale. Mai davvero dietro alla scrivania, perché il richiamo del campo è sempre stato forte, fatale. Operativo, sempre a stretto contatto con la squadra, ha legato la sua figura ai tanti successi nerazzurri: cinque scudetti, una Champions League, tre Coppe Italia, tre Supercoppe Italiane. Ora torna all'Inter, pronto per nuove avventure in nerazzurro. Bentornato, Lele!" chiosava poi il club meneghino, abbracciando di nuovo con affetto uno dei suoi più fedeli esponenti in giro per il mondo. 

Ma non sarà solo Inter per Oriali, che nel contempo continuerà il suo lavoro anche in Nazionale fino agli Europei del 2020, come rimarcato a colpi di tweet dalla stessa Figc. E proprio l'esperienza in azzurro è risultata professionalmente preziosa per il mediano che ha ispirato i canti di Liga, perché gli ha permesso di stringere un vero rapporto umano e tecnico proprio con Antonio Conte, ex ct della Nazionale nel biennio 2014-16 e scelto dall'ambizioso Steven Zhang come condottiero dell'Inter che verrà. Un dettaglio non da poco: l'uno conosce l'altro, la fiducia e la stima sono reciproche. L'obiettivo di riportare l'Inter in alto rappresenta un altro anello d'unione. Il passato juventino di Conte e Marotta può quindi essere accantonato, anche se giustamente non verrà mai cancellato. Così come la storia nerazzurra di Oriali, che continuerà ad esistere e, anzi, si arricchirà ancora di nuovi capitoli. In questo momento storico la concentrazione e le forze fisiche e mentali devono essere proiettate solo ed esclusivamente al presente, riponendo nel cassetto dei ricordi ciò che è stato, a prescindere da tutto. Senza inutili polemiche in aggiunta. Perché solo così ci si può godere l'immediato e provare poi a scrivere il futuro. Per questo c'è bisogno anche della saggia impronta di Oriali. Welcome back, Lele. E buon lavoro. 

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Sezione: Editoriale / Data: Dom 30 giugno 2019 alle 00:00
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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