Rievocazione. Flashback. Rewind. La querelle tra Wanda Nara e l’Inter è una scena vista e rivista. Una situazione che ciclicamente si ripete. Con toni e parole più o meno simili. Anche nel 2016, prima del prolungamento sino al 2021, di fatto il contesto era il medesimo. Con la procuratrice del Capitano dei nerazzurri che pubblicamente svelava i desiderata di suo marito, la dirigenza del Biscione che non apprezzava particolarmente che la trattativa venisse sbandierata ai quattro venti e il lieto fine, con la firma di Maurito su un nuovo e lauto contratto.

Da allora Icardi ha continuato a segnare, contribuendo con i suoi compagni di squadra al raggiungimento di determinati obiettivi. Ecco perché secondo me Wanda Nara fa benissimo a chiedere più soldi per il bomber di Rosario. Ci mancherebbe non fosse così. Fino a pochi mesi fa girava su internet il meme di quel gatto entrato in campo in una partita di Champions League con vicino la scritta: “Più presenze di Icardi nella competizione”. Oggi il numero 9 del Biscione ha gonfiato la rete contro tutte le compagini affrontate: Tottenham, Psv e Barcellona. Continua a ripetersi in Serie A. È migliorato tantissimo nel gioco di squadra. E non c’è un allenatore o giocatore che sia passato da Appiano Gentile che ne parli male, dentro o anche fuori dal campo. Insomma lui il suo lavoro lo svolge alla grande. E nonostante la (presunta) multa comminategli per il ritardo di martedì, sfido chiunque a non sostenere che sia un professionista esemplare. Un esempio da seguire per dedizione al lavoro e voglia di migliorarsi. Che poi sia poco loquace e appaia arrogante non è un argomento di mio interesse.

Ditemi voi, chi non vorrebbe avere una gratificazione finanziaria nel momento in cui i risultati lavorativi, più che positivi, sono sotto gli occhi di tutti? Io non avrei problemi a chiedere un aumento. E se voi che state leggendo aveste qualche remora, bè signori miei, la colpa è vostra. Non di chi si aspetta dei giusti riconoscimenti. Intendiamoci. Wanda Nara, lei sì, a mio avviso sbaglia ad usare i social per trattare il tema rinnovo. Così come rilasciare interviste e dichiarazioni di fuoco alla stampa non è sicuramente il massimo. Io non condivido minimamente i suoi metodi. E capisco anche l’irritazione dell’Inter. Ma si deve aggiungere qualche considerazione ulteriore: l’argentina finora ha sempre seguito questo schema. Ha ottenuto quello che voleva. E piaccia o non piaccia è facile intuire che prosegua su questa falsa riga. L’Inter dovrà essere brava a capire come gestire nuovamente la vicenda. Rispondere pubblicamente usando gli stessi toni e lo stesso gergo di chi accusi di essere troppo mediatico non mi sembra la soluzione del problema. Tutt’altro. La vedo come una ripicca. Come fare quello che “la gente si aspetta tu faccia, anche se in cuor tuo riconosci non sia la scelta migliore”. Ci sta essere rigidi, fermi nelle proprie posizioni. Relazionarsi a muso duro con i propri interlocutori. Magari arrivare anche allo scontro verbale. Ma c’è modo e modo. E credo che quello di usare termini cinematografici, volti a colpire l’orgoglio di Wanda più che a mettere un punto sulla situazione, non sia sicuramente il più adatto. Non si dimostra una vera forza, ma la parvenza di essa. E al massimo si possa arrivare a un rispetto di facciata piuttosto che reale. Per questo comprendo e approvo la gestione intransigente di Marotta. Chi sbaglia paga. Le regole vanno applicate per tutti. Non ci sono figli o figliastri. Pochi giri di parole. È giusto che sia così.

Ma ricordiamoci bene che ogni cosa deve essere fatto per il bene dell’Inter. E oggi tale bene, sempre sottolineando che i giocatori passano e la storia resta, è rappresentato da Icardi. Da Skriniar. Da Politano. I conti devono tornare certo, ma i meriti vanno anche riconosciuti con i fatti, e quindi volgarmente col vile denaro. Con questo non voglio dire che debba essere staccato un assegno da 10 milioni netti, senza colpo ferire. Ma non ci si può sorprendere o alterare se i tuoi migliori giocatori puntino a prendere di più. Altrimenti si cerchino altre strade e si salutino i propri giocatori. Con la consapevolezza che se chi arrivasse al loro posto non dovesse centrare le aspettative, sarebbe meno colpevole di chi altresì avrebbe avallato certe cessioni. E preferito risparmiare qualche milione a quello che realmente importa: i risultati sul campo, e non dietro la scrivania, dell’FC Internazionale.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 11 gennaio 2019 alle 00:00
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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