Vende o non vende? Lascia o non lascia? Nessuno lo può sapere, solamente Erick Thohir in cuor suo probabilmente conosce la risposta. Noi invece abbiamo sempre saputo che il magnate indonesiano non è uno sceicco o un mecenate del pallone, ma è un businessman, che cerca di far fruttare i suoi investimenti, che gira il mondo per scovare opportunità interessanti per guadagnare, non per perdere quattrini. Chiaramente poi quando compri una squadra di calcio come l’Inter non puoi non diventarne tifoso, più o meno sfegatato, la passione prima o poi arriva, ma non fa la differenza, come si può vedere dalle sporadiche visite italiane di ET che si sono addirittura ridotte nel tempo. 

Fin dal primo giorno, anche da queste colonne, avevamo sottolineato il probabile rischio contro il quale Thohir avrebbe potuto scontrarsi. In Italia, con questo calcio, più che guadagnare si rischia di finire in un bagno di sangue, se mancano ancora all’appello i soldini che porta in dote la Champions e, soprattutto, quello stadio di proprietà che nel calcio di oggi fa la differenza, basti vedere il bilancio della Juventus. Quindi non ci sarebbe nulla di male se il successore di Moratti, annusata la situazione sempre più difficile, nonostante abbia rivoltato società e squadra come un calzino, decida di battere in ritirata. L’ha già fatto con i Philadelphia 76ers nella Nba, potrebbe benissimo rifarlo con l’Inter. 

I tifosi dell’Inter, in tutto il mondo, come sottolinea sempre Thohir nei suoi discorsi, però meritano rispetto e chiarezza, anche perché abbiamo già visto come queste vicende societarie possano influire sul rendimento della squadra come quando il club passò da Moratti a Thohir, e a questo punto ho qualche dubbio che il crollo verticale di questi primi due mesi del 2016 possa non essere dovuto solo a vicende di campo. La cosa però che mi dà più fastidio è che queste voci  fortemente destabilizzanti escano esattamente il giovedì prima di una sfida così importante come quella di domenica a Torino contro la Juventus, con il rischio di dare alla squadra il colpo del k.o. definitivo.

Dopo le smentite d’ordinanza sul fatto che non ha nessuna intenzione di vendere l’Inter però sarebbe bello che adesso Thohir rimandasse il suo ritorno in Indonesia di qualche giorno per stare vicino alla squadra allo Stadium bianconero, in una trasferta così delicata, per dimostrare che l’Inter non è solo business. Anche perché il terzo posto si è allontanato ma è ancora alla portata di questa squadra, basta crederci un po’ di più.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 26 febbraio 2016 alle 00:00
Autore: Marco Barzaghi / Twitter: @marcobarzaghi
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