A sentire i commenti pre-partita, non sembrava nemmeno si parlasse di un derby. No, al Meazza non si sarebbe giocato Inter-Milan. In scena solo un one-man show e il protagonista sarebbe stato lui, SuperMario Balotelli. Grandissima attesa, quasi spasmodica. Quanti gol avrebbe segnato? Come avrebbe esultato? Avrebbe sentito l'emozione per la sua prima ufficiale contro la sua ex squadra? E i tifosi dell'Inter quante gliene avrebbero dette? A che minuto sarebbero partiti cori razzisti? Si sarebbe sospesa la gara per tali cori?

Tutto pronto, tutto impacchettato. Il Milan che va a mille, che batte gli extraterrestri del Barcellona, che mette la museruola a Messi, che ormai punta dritta allo Scudetto. In conferenza si era scomodato perfino il presidente Silvio Berlusconi. E non pensate male: la sua presenza a Milanello non era un mezzo squallido per far campagna elettorale in un giorno in cui non si sarebbe potuto. Assolutamente no. Non si è messo lì in mezzo tra Allegri e Galliani solo per avere l'ennesima ribalta. Giammai. Non scherziamo.

E' il Milan dei giovani contro l'Inter dei vecchietti. Il Milan del nuovo, del bello, del poetico contro l'Inter della muffa, del malaticcio, del passato. Il calcio giocato? Poco importa. E in effetti il primo tempo è in scia alle attese. Rossoneri sull'onda lunga dell'entusiasmo; Inter in balia di problemi e sfiducia. Però Mario è poco super, e così Handanovic chiude la saracinesca e limita i danni. Nella ripresa il carico di esaltazione rossonera scompare, mentre dagli spogliatoi riemerge un'Inter registrata tatticamente da Stramaccioni e rinfrancata nello spirito. Finisce 1-1. Niente tennis stavolta e qualcuno ci sarà rimasto male.

Che resta della serata? Qualche buona indicazione per il futuro c'è. Handanovic è un fenomeno; Cassano finto centravanti con Palacio dietro non è idea malsana; Gargano chiamato a fare il Gargano diventa utilissimo; Ranocchia è imprescindibile anche su una gamba sola; Guarin può anche essere in serata storta, ma è l'unico che ti dà il cambio di passo a centrocampo.

Senza Samuel e Milito si perde tantissimo. Sarebbe come togliere Hamsik e Cavani al Napoli; Buffon e Pirlo alla Juventus; Montolivo ed El Shaarawy al Milan. Però il derby dimostra che l'Inter può e deve trovare soluzioni per sopperire alle mancanze forzate e una buona mano potrebbe arrivare dagli acquisti di gennaio: Schelotto può aver svoltato, Kuzmanovic assicura geometrie. Restando in attesa dell'assimilazione di Kovacic.

E dell'atteso one-man show? Nessuna traccia. Qualche banana 'gonfiata a razzismo', qualche dito sulle labbra per zittire, qualche genitale stropicciato. Poco altro. Ma era la notte degli Oscar, onorata al meglio anche qui in Italia proprio come sul Red Carpet. Il film premiato? Ovvio: Vita di PI.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 26 febbraio 2013 alle 00:01
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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