La costruzione della nuova Inter sta generando grandi aspettative e l’assestamento dei nuovi colpi sta riproponendo un entusiasmo comprensibile. Con l’arrivo ufficiale di Vrsaljko (formula del prestito oneroso, 6,5 milioni di euro, più 500 mila di contributo di solidarietà, con diritto di riscatto fissato a 17,5 milioni) e Vidal in pugno, l’Inter sta completando una rosa che è stata già arricchita dagli arrivi di De Vrij, Asamoah, Politano, Lautaro Martinez e Nainggolan.

L’arrivo di Vidal è subordinato all'apertura del Bayern Monaco che sarebbe disponibileal prestito con diritto di riscatto. La prima condicio sine qua non è il prolungamento del contratto di Vidal fino al 2020, per poi darlo all'Inter per un totale di 22 milioni di euro tra prestito e riscatto. La cifra iniziale proposta dai bavaresi era stata di circa 30 milioni ma Ausilio sarebbe riuscito a limare parecchio. Vidal ha pronto un triennale da 4,5 milioni e tanto basta. Vedremo se ci saranno ulteriori colpi di scena, considerando che la società ha lavorato (e forse lo sta facendo ancora) ad un colpo parallelo, probabilmente alternativo a Vidal e di grande spessore. 

Non è più un mistero che si tratti di Luka Modric e che non si tratti di una trattativa ben avviata ma di un sondaggio con i suoi procuratori. Se dovesse esserci il colpo clamoroso dovremmo cambiare la valutazione di una squadra già importante oggi. Ad ora diamo per assodato l’arrivo del cileno, insieme a quello dell’esterno croato che era la migliore delle opzioni possibili dopo l’addio a Cancelo.

L’Inter ha preso giocatori forti, con grande esperienza e personalità, in grado di dare alla squadra il carattere necessario per affrontare la Champions League, pur partendo in quarta fascia e risultando già ora una mina vagante, ha la possibilità di restare tra le prime quattro in campionato mantenendo una preziosa e determinante posizione che le consentirebbe nei prossimi anni di essere restare nell’elite e tornare ad essere una seria candidata allo scudetto. La nuova Inter sarebbe così composta ipoteticamente con uno dei diversi moduli che può mettere in campo Spalletti, dal 4-2-3-1 al 3-5-2: Handanovic, Vrsaljko, De Vrij, Skriniar, Asamoah, Vidal, Brozovic, Politano, Nainggolan, Perisic, Icardi, con in panchina Padelli, D’Ambrosio Miranda, Ranocchia, B.Valero, Vecino (se non va al Chelsea), Candreva, Karamoh e Lautaro Martinez, dando per scontata l’uscita del corpo estraneo Joao Mario.

Non è comunque ancora semplice individuare la reale collocazione di una squadra che non abbiamo ancora visto al completo nelle amichevoli. Questo perché Perisic, Brozovic devono ancora aggregarsi, Vecino deve tornare a disposizione, come Nainggolan infortunato per due settimane e in campo probabilmente contro l’Atletico, senza contare i due (o addirittura tre) nuovi arrivi. È comunque una squadra tosta che ha acquistato finalmente giocatori di personalità, esperienza e dal rendimento continuo.

È un fatto nuovo ed è arrivato grazie all’ascolto delle volontà di Spalletti, unite al lavoro di un Piero Ausilio che per rafforzare la squadra con tanti giocatori ha fatto numeri che una grossa fetta del pubblico nerazzurro fatica a riconoscergli ancora. Se c’è una cosa che la gente dovrebbe imparare a fare è riuscire a rimettere in discussione le proprie convinzioni. Io ad esempio in passato ho criticato le sue scelte e alcune ambiguità ma questo non significa che non si debba essere in grado di riconoscere la bontà di un lavoro. A prescindere dall’esito di questa stagione Ausilio sta oggettivamente facendo un lavoro straordinario, considerando la qualità dei giocatori portati in nerazzurro, pur ricorrendo a prestiti che si allineino alle richieste di un Uefa particolarmente attenta all’Inter e a poche altre squadre. Ha racimolato anche i soldi necessari al bilancio in pari vendendo i giovani a prezzi più che congrui.

Se poi, come ho letto da qualche tifoso, si riesce a vedere perpetuamente un bicchiere vuoto con affermazioni come: Vidal è bollito, Politano non entusiasma, De Vrij bisogna vederlo in un contesto diverso dalla Lazio, Nainggolan è in calo, Asamoah era una riserva della Juventus, Lautaro Martinez è forte ma ancora giovane e Vrsaljiko non è un fenomeno, non ci si può fare niente. Sono critiche inarginabili di una parte di pubblico, contrapposta a quella ferocemente entusiasta e fiduciosa, che evidenzia ancora una certa resistenza ad un’euforia verso una proprietà che in effetti sta mettendo in ordine la società ma spende il necessario, aumenta sensibilmente i ricavi con nuovi partner, fa fare ad Ausilio i salti carpiati, ha lasciato andare via Cancelo e Rafinha, è silente, non si concede ed è distante emotivamente. Per questo la diffidenza resta e in effetti è un bene che a parlare siano i fatti.

L’Inter di oggi è la più solida dal 2010 ed è ora che perplessità eccessive ed eccitazione cieca si fondano in un’attesa più serena rispetto al passato, perché questa squadra è realmente forte. Il resto lo dirà il campo.

Amala.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 01 agosto 2018 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
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