Normalmente scrivo editoriali amareggiati dalla pochezza della difesa, dall'inconsistenza della personalità o dalla mediocrità di alcuni interpreti. Ci do dentro con delle riflessioni che provano a razionalizzare i misteri di una squadra costruita clamorosamente male ogni stagione.

Questa volta però le cose sono andate diversamente per finire allo stesso modo: con una sconfitta. Di fatto l'Inter ha giocato abbastanza bene, non ha commesso errori clamorosi in difesa, ha concesso poco e costruito diverse palle gol. 
Eppure ha perso. Non so da cosa dipenda, ma accade spesso che qualcosa vada storto. Se c'era una squadra che, per volontà e orgoglio, avrebbe potuto ottenere i tre punti  era proprio quella nerazzurra. Affossata anche dall' arbitro Valeri, magnifico interprete nel ruolo di arbitro casalingo e misteriosamente fragile. Ogni fallo un ammonizione, ha reso la gara nervosa quando le vibrazioni della stessa erano agonistiche ma senza eccessiva tensione. Ha poi fatto finta di non vedere un fallo su Icardi nell'area blucerchiata e perso la testa dopo il gol sampdoriano. Infine ha clamorosamente ignorato la cintura, sempre su Icardi, che lo avrebbe redento da un arbitraggio indecoroso.

L'Inter non meritava di perdere perché ha provato a opporsi al suo destino, ha cercato generosamente di fare la partita, pur rischiando qualcosa. Questa però è anche la settimana in cui la squadra è anche uscita dalla coppa, perdendo pure in casa contro il Wolfsburg, e il tifo nerazzurro è indisponibile a essere sereno nel giudizio. Durante la partita ho letto tweet e status rassegnati a ogni genere di situazione posta dalla partita. E' il risultato di una stagione fallimentare sotto ogni punto di vista. Fuori da tutto e senza possibilità di partecipare nemmeno all'Europa league della prossima stagione. Un dato ormai certo visto il distacco siderale aumentato ulteriormente ieri notte. 

La prima riflessione che viene in mente a chi ama l'Inter è quella di fare una rivoluzione o di cambiare un intero reparto, con particolare riferimento alla difesa. L'interminabile numero di errori che prescindono dagli autori ha esasperato tutti e sfinito il reparto ottimisti. Il certificato di idoneità per poter far parte di questa rosa la prossima stagione passa anche dalla qualità e soprattutto dalla sostanza che gli attuali giocatori non hanno saputo garantire. A differenza della difesa però qui si tratta più di una questione tattica che ha messo in difficoltà giocatori presi per un modulo e un progetto diverso da quello che ha l'attuale allenatore. Inoltre è evidente che mancano interpreti in grado di fare ad alto livello la fase di costruzione e quella di distruzione. Mancano leader riconoscibili in ogni zona del campo, e in attacco manca un giocatore in più. Di fatto l'unico vero centravanti è Icardi, inoltre va deciso cosa fare con Palacio. L'argentino quest'anno ha giocato tutta la stagione con un infortunio che lo ha depotenziato.

Ma la tentazione che abbiamo tutti è quella di decuplicare i limiti attuali, di accentuare al parossismo l'acclarata mediocrità di alcuni giocatori: "quello lì non può giocare in serie A ma nemmeno in Lega Pro!". Il primo punto di partenza è Roberto Mancini, che piaccia o no sarà lui a costruire la squadra della stagione 2015/16 e personalmente ritengo sia l'unica buona notizia in questo disastro. E' anche vero che Mancini è l'anticristo di Mazzarri, il quale precipitava l'Inter in uno stato comatoso irreversibile, composto da pensieri bassi e un lungo futuro transitorio. Ora c'è lui che magnifica terzi posti, possibilità illimitate e un gioco più offensivo. E quando vede che nulla è più raggiungibile comunica ufficialmente che l'anno prossimo la squadra, la sua squadra, questa volta tornerà a lottare per lo scudetto.

Sono parole che avevamo voglia di sentire, solo che il primo bonus comunicativo se lo è giocato tutto. Sarebbe meglio spendesse il secondo con più parsimonia. Credere in un'Inter migliore di questa implica non solo giocatori migliori ma soprattutto un'idea di collettivo che non venga poi regolarmente stravolta. E' chiedere troppo?

Sezione: Editoriale / Data: Lun 23 marzo 2015 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo
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