È arrivato all’improvviso, quasi a sorpresa, a inizio luglio, giusto in tempo per presentarsi ai nuovi compagni e tifosi al ritiro di Pinzolo. Lo ha fatto in silenzio, come nel suo stile, parlando il minimo indispensabile ed evitando domande ‘pericolose’ su Julio Cesar, del quale stava prendendo il posto. Samir Handanovic sta confermando di essere uno dei colpi migliori della dirigenza nerazzurra, criticata per aver speso soldi su un nuovo portiere quando, a detta di molti, gli acquisti sarebbero serviti in altre zone del campo. Abbiamo Julione, a che serve un nuovo estremo difensore? Domanda lecita per chi vive l’Inter dall’esterno. Ma la gratitudine nei confronti del brasiliano non ha distratto le strategie di rinnovamento della squadra, che strappando all’Udinese il suo numero uno ha dato ossigeno alle proprie casse e si è assicurata il miglior interprete del ruolo in Italia. Una scelta non semplice, osteggiata inizialmente dal sostenitore medio nerazzurro ma che oggi viene benedetta.

Prendendo Handanovic, il club di Corso Vittorio Emanuele ha blindato la propria porta per i prossimi 5 anni, assicurandosi un fenomeno silenzioso che svolge il proprio lavoro e non si esalta neanche dopo un prodigio. Balotelli, spiegando il motivo per cui non esultava per un gol, disse che da attaccante fa parte del suo lavoro e che un postino, consegnando la posta, non festeggia. Esattamente per la stessa ragione (video ironici a parte). Ecco, lo sloveno ragiona in questi termini, anche se dista anni luce dal personaggio Balotelli caratterialmente. Freddo al punto giusto (dote fondamentale per un estremo difensore), non lascia trasparire la minima emozione e questo condiziona anche l’avversario di turno. Si spiega anche così la sua dote di straordinario pararigori. Faccia da poker, quella di Samir, che però tra i pali è a dir poco frizzante: reattività eccellente, senso della posizione e tempismo le sue migliori peculiarità. È anche per questo che Branca e Ausilio lo hanno voluto fortemente, convincendo la famiglia Pozzo con un’offerta neanche eccezionale, decisamente bassa per un top player.

Ricordo bene quante polemiche, inizialmente, hanno sfornato anche a vanvera i sostenitori di Julio Cesar: in quel momento Handanovic, ai loro occhi, era un usurpatore di troni, come re Giovanni con re Riccardo nell’Inghilterra di Robin Hood. Ma oggi abbondano esaltati mea culpa. Qualcuno lo sloveno lo ha scoperto proprio contro il Partizan, ma a San Siro: quel salvataggio su Markovic allo scadere è stato il primo vero ‘gol’ del portiere nerazzurro. In realtà si è trattato solo dell’ennesimo salvataggio che ha permesso alla sua Inter di portare a casa il risultato. Poi la trasferta di Torino, in cui è stato un autentico muro di gomma per Pirlo e co., nella serata perfetta dell’interista. E giovedì, a Belgrado, un autentico show: Ivanov (due volte), Scepovic, Smiljianic e lo stesso Juan hanno attentato alla verginità della sua porta, ma con tanto di cintura di castità lo sloveno ha rispedito le provocazioni ai seduttori serbi. Monumentale, in altre parole.

Da questo spazio voglio pertanto ringraziare la dirigenza per averci regalato un autentico airbag tra i pali. Al momento dell’annuncio, mi sono reso subito conto del gran colpo messo a segno. Certo, ci si aspettava un gran centrocampista, o una punta di livello internazionale. Ma avere in porta Batman (cit. Roberto Scarpini) che difende la Gotham City nerazzurra è un inno alla tranquillità ritrovata. Per i compagni, ma anche per noi tifosi.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 10 novembre 2012 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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