L'Inter frena. Nella prima gara del nuovo anno in campionato, i nerazzurri si fanno fermare in casa dal Sassuolo sullo 0-0. E alla fine è un punto che sta bure bene ai ragazzi di Spalletti, perché a guardar bene le chance migliori le ha avute proprio la squadra di De Zerbi. Un risveglio non proprio come ci si aspettava dopo il letargo natalizio e la sgambata in Coppa Italia col Benevento. Un pareggio che fa riavvicinare Milan e Roma, adesso distanti 6 e 7 punti, mentre la Lazio scivola a -8. Insomma, il margine resta ampio, però è evidente che non ci si può adagiare sugli allori perché non è detto che le dirette avversarie per un posto in Champions continuino ad andare col freno a mano tirato da qui alla fine. Occorre puntare a fare più punti possibili, soprattutto nelle partite alla portata.

Dopo un primo tempo promettente, nella ripresa i nerazzurri non sono stati in grado di accelerare e schiacciare l'avversario come suggeriva la logica. Anzi, solo un grande Handanovic ha evitato la sconfitta. Una serata storta, nella quale tutti hanno resto sotto le aspettative. In particolare, si è visto un Icardi sottotono, lontano parente di quell'attaccante totale che aveva salutato il 2018. Dal Psv in poi, Maurito aveva preso a giocare un calcio nuovo, proficuo, fatto di arretramenti e scambi, pulizia di palle sporche e duelli fisici vinti. Sabato sera, invece, si è rivisto l'Icardi abulico e insofferente già palesatosi spesso nella sua carriera nerazzurra. Una serata no che può capitare, come capita a chiunque. E allora perché non toglierlo dal campo?

Spalletti, come tutti gli allenatori, tiene in debita considerazione gli equilibri di squadra. Sabato è ripartito col solito 4-3-3, per poi passare al 4-2-3-1 con l'ingresso di Nainggolan per Joao Mario. Una mossa che non ha dato i frutti sperati, visto che il belga è apparso ancora appesantito e poco reattivo. Nel finale, poi, ecco il rombo, con Perisic scalato mezzala e Politano sacrificato per mettere Lautaro. Scelta corretta quelal di mettere l'ex Racing, ma forse tardiva. Anche perché proprio Martinez ha subito scompaginato la difesa avversaria, creando un paio di pericoli seri alla porta di Consigli. Peccato che Politano fosse stato fin lì l'unico attaccante in grado di inventare qualcosa, viste le prestazioni ectoplasmatiche di Perisic e dello stesso Icardi. Da qui la domanda: perché il capitano non può mai essere sostituito? Perché non tentare prima la carta Lautaro, magari proprio al posto del numero 9 e non al posto di Politano, per poi essere costretti a stravolgere l'assetto tattico? Togliere Icardi non è lesa maestà: anche lui ha il diritto di rifiatare ogni tanto e anche lui può essere sostituito se la prestazione lo consiglia. Lautaro ha dimostrato ampiamente di poter dire la sua anche in Italia, soprattutto in partite complicate da sbloccare contro avversari chiusi. E se Politano resta un elemento determinante in quanto l'unico in grado di saltare l'uomo con regolarità e creare superiorità numerica, non si capisce perché – proprio per mantenere l'equilibrio tanto predicato – non si possa richiamare in panchina Icardi.

Nessuno qui mette in discussione le qualità di Maurito che, anzi, è cresciuto notevolmente in questa stagione nonostante il numero dei gol personali dica altro. Ma è anche vero che in organico adesso, rispetto agli altri anni, c'è un attaccante pronto e adeguato per stappare partite come quella con il Sassuolo. Anche perché poi si è visto che passando al rombo non si è fatto altro che disorientare la squadra e si è rischiato seriamente di prendere il gol della sconfitta. Assodato che schierare dall'inizio il doppio centravanti non è fattibile per via dei vari incastri tecnico/tattici (Politano sarebbe troppo sacrificato da esterno puro nel 4-4-2 e, per vari motivi, non si dispone di un centrocampista adeguato da affiancare a Brozovic che garantisca entrambe le fasi di gioco ad alto livello), non resta che questa opzione per far collimare le esigenze di sbloccare un risultato e mantenere l'equilibrio. 

Per cui, ribadiamo: togliere Icardi non è lesa maestà. E Lautaro ora merita più spazio.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 22 gennaio 2019 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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